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Intervistato da Repubblica, il portiere dell'Atalanta Gollini ha parlato del cammino in Europa dei bergamaschi, ma anche dell'interesse dell'Inter in passato:
Le difficoltà in Europa vi hanno sorpreso?
«In campionato la nostra intensità ci permette di dominare, in Champions a quei ritmi giocano tutti. Poi è chiaro che la prima volta ti scotti sempre».
Lei ha parlato di semina. Voleva forse dire sacrificio?
«Ma io ho sempre voluto fare questo. A 15 anni mi volevano Inter, Juve e Fiorentina: a me non fregava niente di una o dell’altra, io volevo solo giocare per cui ho detto ‘fate voi, mandatemi dove vi conviene’. Alla Spal stava bene darmi alla Fiorentina, ai miei stava bene Firenze perché avrei continuato gli studi e così sono andato. Se vuoi arrivare da qualche parte, è normale mangiare merda già a 16 anni. Non esco con gli amici dal 15 agosto, ma faccio quello che sognavo di fare: come posso parlare di sacrificio, quando tanti che si sono sbattuti come me non ce l’hanno fatta?».
Lei è nato portiere o lo è diventato?
«Del portiere mi affascinava tutto, anche che fosse vestito diverso dagli altri e avesse i guanti. Nella Spal mi facevano fare il difensore, ma al campetto con gli amici mi mettevo sempre in porta e alla fine degli allenamenti mi fermavo a guardare i portieri. Ho talmente tanto stressato l’allenatore che un giorno mi ha detto: se vieni con i guanti, ti faccio provare.
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