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Gramellini: “Sig. Sarri: non serve indossare il cachemire. Bisogna smettere di…”

Sabine Bertagna

Nella rubrica “Buongiorno” su La Stampa Massimiliano Gramellini si occupa del caso Sarri: “Il macho in tuta Sarri che dà del finocchio al collega Mancini – per eccesso di shampoo e ostentazione di cachemire in luogo...

Nella rubrica "Buongiorno" su La Stampa Massimiliano Gramellini si occupa del caso Sarri:

"Il macho in tuta Sarri che dà del finocchio al collega Mancini - per eccesso di shampoo e ostentazione di cachemire in luogo pubblico, immagino - viene difeso dai bastian contrari e da chi pensa che i panni sporchi si lavino in famiglia, e se non si lavano è meglio perché la puzza fa l’uomo vero. Anche Mancini la pensava così un tempo, poi è andato ad allenare in Inghilterra e ha visto che un altro mondo è possibile. Invece molti di noi (a giorni alterni anch’io) sono convinti che lo stadio sia uno sfogatoio dove è legittimo ciò che altrove è vietato, un ruttodromo in cui il maschio italico libera gli istinti più turpi per poi tornare rigenerato alla vita civile. Se sta sugli spalti deve potere tirare fumogeni, ricattare presidenti, insultare arbitri, minacciare di morte i propri giocatori e augurarsi quella degli avversari. Se invece sta in campo deve potere provocare, simulare, attingere agli stereotipi sul mestiere della sorella dei rivali e sulla loro scarsa virilità. Per tutti vale una sola regola: l’omertà. Chi come Gasperini fa i nomi degli ultrà violenti, o chi rende pubblica una frase omofoba come Mancini, è chiamato quasi a scusarsi per avere rotto il patto. 

Questo è il calcio, da noi e per noi. Ma allora smettiamo di lamentarci per gli stadi vuoti e il clima di guerra incombente. Se vogliamo le famiglie e il pubblico del rugby, bisogna rassegnarsi a compiere uno scatto nella scala evolutiva. Non serve indossare il cachemire, signor Sarri. Basta smettere di considerare la buona educazione e l’autocontrollo una debolezza o, direbbe lei, roba da froci."