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Gravina: “Senza pubblico il calcio è spettacolo monco. Si tornerà allo stadio quando…”

Marco Astori

Le parole del presidente della Figc

Gabriele Gravina, nella giornata della ripresa del campionato di Serie A, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Stampa. Il numero uno della Federcalcio ha ovviamente commentato la decisione di riprendere dopo l'emergenza Covid-19.

Oggi quanta soddisfazione proverà alla palla al centro?

«Molta. Ricompensa me e i miei collaboratori per gli attacchi subiti in questo periodo, tensioni superate grazie al gioco di squadra»

Ha scoperto più amici o più nemici?

«È nelle difficoltà che le persone rivelano la propria natura e la propria lealtà. Ecco, diciamo che ho fatto una certa selezione. C'è chi mi ha deluso, ma cerco di cogliere il lato positivo: almeno hanno gettato la maschera e così ho capito chi sta da una parte e chi dall'altra».

I nomi?

«Non sono uno vendicativo. Non mi interessa fare nomi, processi e neanche distribuire meriti, ma solo recuperare le energie disperse per tamponare i troppi attacchi».

Era all'Olimpico per la finale di Coppa Italia, che calcio ha visto: vivo, convalescente o ancora malato?

Quando riapriranno gli stadi?

«Quando saremo definitivamente al riparo dal virus grazie al vaccino».

Quindi porte chiuse per tutto questo campionato?

«Nell'attesa del vaccino, non chiediamo sconti ma di essere trattati alla pari di altri settori dello spettacolo, come il teatro e gli eventi all'aperto. Siamo pronti, devono solo darci il via».

La Lega farà le valigie sul modello inglese?

«Non credo. Un conto è dire, un altro è fare. Se andassero via per noi sarebbe pure più facile il rapporto: la Premier prevede il diritto di veto da parte della federazione, la scissione sarebbe svantaggiosa per i club. Converrebbe solo a noi».