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Figc, Gravina pensa a un nuovo progetto: corsi di primo soccorso per i calciatori

Andrea Della Sala

Dopo l'episodio capitato a Eriksen il presidente federale studia questa ipotesi in grado di insegnare ai giocatori le mosse da mettere in pratica

Quanto successo a Eriksen ha fatto il giro del mondo, così come il repentino intervento di Kjaer che ha prestato un primo aiuto al compagno prima dell'intervento dei sanitari. Un comportamento esemplare quello del difensore del Milan, un esempio da seguire in occasioni di questi eventi drammatici.

"Per questo il presidente della Figc Gabriele Gravina ha immediatamente allargato lo sguardo, individuando il modo giusto per far sì che la tragedia sfiorata sabato pomeriggio in Danimarca si trasformi, concretamente, in un insegnamento: un corso di primo soccorso per i calciatori. In realtà all’inizio era stato Joakim Maehle, il giocatore dell’Atalanta, a cercare di aiutare il talento nerazzurro. Era lui il più vicino e ha subito tentato la manovra per liberare le vie aeree di Eriksen, ma non ci è riuscito. Quindi è toccato al rossonero e il suo intervento si è rivelato risolutivo. È da qui che Gravina vuole ripartire. Dalla prontezza e dalla capacità di Kjaer che forse sono state determinanti nel salvare il campione danese. Per questo sta mettendo a punto il progetto corsi, da effettuare a breve, in collaborazione con la Lega Serie A e con la Federazione medico sportiva", si legge su La Gazzetta dello Sport.

"Il presidente Figc ha pensato che rendere i giocatori in campo all’altezza di intervenire in situazioni tanto difficili possa essere la chiave giusta per ripartire dopo quanto è successo ad Eriksen, guardando al futuro con una prospettiva di continuo miglioramento. L’ipotesi più probabile è che il corso di primo soccorso venga esteso a tutto il calcio professionistico. Già dopo la morte in campo di Piermario Morosini, il 14 aprile 2012, la Federazione medico sportiva aveva lanciato il Mogess (Modello Organizzativo di Gestione Emergenze. Sanitarie nello Sport) che prevedeva una serie di misure preventive e di gestione dell’emergenza tra cui corsi rivolti ai capitani. La cosa poi nel calcio ha avuto un’applicazione molto parziale, mentre è stata acquisita più in profondità dal rugby.

Adesso però la Figc appare determinatissima ad andare avanti e di fronte a un’iniziativa del genere è facile pensare che i club aderiscano con entusiasmo. I giocatori impareranno dunque che cosa fare e che cosa non fare durante un’emergenza, una lezione che può rivelarsi utile anche fuori dal campo. I corsi che seguiranno i giocatori insegneranno le mosse giuste: come riconoscere un’emergenza sanitaria, come attuare i primi interventi (sia nelle sindromi cerebrali acute sia nelle crisi respiratorie). Scopriranno quindi il modo corretto in cui muovere chi sta male, ma pure come effettuare una rianimazione cardiopolmonare. Perché a volte anche un secondo può essere prezioso", riporta il quotidiano.