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Gravina: “No allo stop, ma c’è il rischio porte chiuse. Ho spiegato a Draghi…”

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Intervistato da Tuttosport, il presidente della Figc ha svelato i particolare della chiamata ricevuta da Mario Draghi

Gianni Pampinella

La curva dei contagi che sale insieme alla preoccupazione di Mario Draghi. Ieri il Presidente del Consiglio ha chiamato Gravina per parlare della situazione relativa a un possibile stop della Seria A. Intervistato da Tuttosport, il presidente della Figc dichiara: "La telefonata di Draghi è stata improntata al massimo pragmatismo. Non c’è stato nessun aut aut né tantomeno il preannuncio dello stop a ogni attività agonistica. Al Presidente del Consiglio ho illustrato la situazione del nostro calcio, alla luce della quarta ondata del virus".

"Il capo del governo non ci ha chiesto di fermare i campionati né tantomeno di proclamare una chiusura dei tornei a tempo indeterminato. Draghi ha voluto conoscere lo stato di un movimento che conta un milione di tesserati, è l’espressione di una fra le prime dieci aziende italiane, con un sistema professionistico che ha subito danni per oltre un miliardo di euro a causa del Covid. Di fronte all’incremento delle positività, La Lega B, la Lega Pro e i Dilettanti hanno già procrastinato i rispettivi tornei con una decisione saggia e tempestiva. In termini numerici, il più colpito dal contagio risulta essere il settore giovanile scolastico, la cui attività è stata sospesa".

Gravina: “No allo stop, ma c’è il rischio porte chiuse. Ho spiegato a Draghi…”- immagine 2

 

"La questione più rilevante investe la Lega di Serie A. Ho spiegato al Presidente del Consiglio quanto i calendari nazionale e internazionale costituiscano l’ostacolo più difficile da superare poiché in giugno scatteranno gli impegni della Nazionale".

"Come già accadde due anni fa, al tempo della prima e della seconda ondata, il Sistema Calcio ribadisce la ferma volontà di andare avanti, di superare i nuovi ostacoli che la recrudescenza del Covid sta frapponendo sulla sua strada. Esiste, evidentemente, il rischio che un ulteriore incremento dei contagi ci riporti agli stadi con le porte chiuse. Nessuno può prevedere con certezza l’evoluzione della situazione. Ciò che conta è mettere in sicurezza il nostro sport e, anche su questo punto, la condivisione con Draghi è stata totale".

(Tuttosport)

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