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Gresko: “Inter nel cuore. 5 maggio? Basta, è stato 15 anni fa! E poi non fu…”

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Riccardo Fusato

ko: "A volte ritornano! La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, ha intervistato in esclusiva l’ex giocatore dell’Inter, Gresko, protagonista in negativo del famoso 5 ,maggio in cui si prese la scena con uno sciagurato retropassaggio di testa a Toldo, che spalancò il 2-2 al ceco Karel Poborsky. L’inizio della fine. La sua avventura all’Inter, iniziata venti mesi prima, terminò così. L’anno dopo a Parma per Gresko non furono che poche comparsate. Lasciò l’ingrata penisola nel 2003 e si ritagliò una carriera di assoluto rispetto: dopo tre anni al Blackburn tornò in Germania, dove era esploso, per vestire le maglie di Norimberga e Bayer Leverkusen. Ha vissuto gli ultimi anni in patria tra il pallone e il lavoro in teatro, questa volta dietro le quinte. La notizia del suo ritiro, annunciato pochi giorni fa, è rimbalzata in Italia, dove non c’è modo di scordarsi di lui.Anzitutto complimenti per l’italiano: dodici anni dopo è impeccabile."Grazie. Nel tempo libero ho sempre cercato di studiare le lingue dei Paesi in cui ho vissuto. Oggi parlo inglese, tedesco e italiano. E capisco il russo".Dunque ha deciso di dire basta. Era finita la voglia o la benzina?"Fra un paio di settimane compirò 38 anni e ho dato tutto quello che potevo. Penso sia giunto il momento di lasciare spazio alle nuove generazioni".Ha terminato la carriera nel FO ZP Sport Podbrezova: che realtà è?"Podbrezova è una città di 5 mila abitanti. Qui ha sede la Zeleziarne Podbrezova, una delle più antiche e importanti acciaierie dell’Europa Centrale. Qualche anno fa la compagnia ha deciso di investire nella squadra di calcio locale e io ho sposato il progetto. In quattro stagioni due promozioni, e al primo anno in Superliga ci siamo salvati".Che voto dà Vratislav Gresko alla sua carriera?"Poteva andare peggio, così come meglio. Ho sofferto vari infortuni al ginocchio, che mi hanno limitato. Eppure ho detto la mia in Serie A, in Premier e Bundesliga e giocato le coppe internazionali. Ho diviso lo spogliatoio con campioni come Vieri, Zanetti e Ronaldo, Ballack, Vidal e Hamsik, quindi non posso lamentarmi. Oggi mi rimangono solo bei ricordi e straordinarie amicizie".Eppure saprà bene che in Italia il suo nome è indissolubilmente legato al 5 maggio e a quell’incredibile campionato perso all’ultima giornata."Tutti noi volevamo quel titolo, e la delusione di conseguenza fu grande. Sinceramente, però, trovo poco sensato parlare di un fatto avvenuto quindici anni fa: la vita va avanti e arrivano sempre nuove sfide".Vuol dire che le prese in giro subite in questi anni non le hanno dato fastidio?"Quello non fu l’unico campionato che persi all’ultimo. Successe altre due volte: a inizio carriera, quando vestivo la maglia dell’Inter Bratislava, e poi in Germania con il Bayer Leverkusen. Anche allora furono commessi errori che compromisero il risultato. Eppure io non ho mai dato la colpa a nessuno, sarebbe troppo comodo".Ha dovuto imparare a convivere con l’etichetta del perdente?"Ho sempre cercato di trarre insegnamenti da tutto ciò che il campo mi ha riservato. Nello sport a qualcuno spetta la sconfitta. La differenza è quanto sei bravo dopo a rialzarti".È vero che fu Tardelli a volerla all’Inter a ogni costo?"Mi notò durante gli Europei Under 21 del 2000, lui era il c.t. dell’Italia e io giocavo sulla fascia per la Slovacchia. Feci una grande partita e numerose società mi contattarono. Va detto che allora giocavo già al Leverkusen, non ero l’ultimo arrivato".Tardelli rimase all’Inter solo per pochi mesi, poi toccò a Cuper. Com’era lo spogliatoio nerazzurro allora?"Da me sentirete solo belle parole, l’Inter e la famiglia Moratti sono nel mio cuore. Sono orgoglioso di avere giocato nell’Inter. In Italia, nonostante siano passati anni, ho ancora tanti amici: da Di Biagio, che ho incontrato quando è venuto in Slovacchia con gli azzurrini, fino a capitan Zanetti e Toldo".Che esperienza è stata marcare Ronaldo, anche se solo in allenamento?"Ronnie non si poteva marcare, lui è il Fenomeno. Per me è stato un fratello, a Milano abitava sopra casa mia. Sono anni che voglio invitarlo in Slovacchia, prima o poi lo farò".Segue ancora il campionato italiano?"Cerco di seguirlo il più possibile, nonostante i problemi che lo hanno afflitto negli ultimi anni. Quando l’Inter ha vinto il campionato sono stato molto felice, ho festeggiato".Le capita di tornare in Italia?"Torno almeno una o due volte all’anno. Quando vengo mi appoggio a casa di un amico che vive un po’ fuori Milano. In giro mi riconoscono ancora, mi chiedono di fare una foto assieme e ringraziano calorosamente".La sua vita ormai è in Slovacchia?"Da anni sono tornato a vivere nella mia città natale, Banska Bystrica. Subito dopo il ritiro la dirigenza del Podbrezova, che dista 30 chilometri da casa, mi ha offerto un ruolo dirigenziale, ora valuterò se accettare la proposta o prendermi una pausa dal calcio dopo tanti anni".Ora si occupa di teatro. Quando nasce l’amore per la tragedia?"È una passione che coltivo da anni, ma sempre nel tempo libero. Il teatro è un grande spettacolo, come il calcio. E come in campo, servono impegno e dedizione. Anni fa ho deciso di aprire uno spazio nella mia città, le cose vanno molto bene. In questi giorni stiamo rinnovando tutti gli spazi e a dicembre procederemo con la nuova inaugurazione".Re Lear, Amleto, Macbeth: qual è il suo ruolo preferito sul palco?"Non scherziamo. Nel mio teatro recitano solo attori veri, i professionisti. Io organizzo il programma, faccio i calendari e mi occupo di marketing. Qua mi fermo".