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GS: “Contro il Parma atteggiamento inaccettabile. Colpa di Mancini che…”

“Il punto più basso della seconda vita interista di Roberto Mancini.” E’ in questi termini che Stefano Olivari, giornalista del Guerin Sportivo, parla del pareggio nerazzurro contro il Parma. Nonostante la squadra nerazzurra...

Sabine Bertagna

"Il punto più basso della seconda vita interista di Roberto Mancini." E' in questi termini che Stefano Olivari, giornalista del Guerin Sportivo, parla del pareggio nerazzurro contro il Parma. Nonostante la squadra nerazzurra abbia creato più pericoli rispetto alla partita media con Mazzarri, l’atteggiamento fisico e psicologico con cui gli 11 titolari e i 3 subentranti sono entrati in campo è stato inaccettabile. Le cause? Secondo Olivari l'atteggiamento sarebbe direttamente imputabile ad un allenatore che fino a 3 settimane fa dava l’impressione di credere nell’Europa League non soltanto a fini motivazionali ma anche per giusticare il mercato di riparazione (Shaqiri al suo peggio, Brozovic anche, Podolski non pervenuto, Felipe inutile, soltanto Santon si sta rivelando un’intuizione giusta)

Mancini giocherà un ruolo ancora più importante nella prossima stagione. La parte ‘italiana’ della società (Fassone, Ausilio, eccetera) pare non avere grande futuro: già depotenziata nelle mansioni, lo sarà ancora di più nel prossimo mercato quando ogni decisione sarà presa direttamente da Mancini, scrive Olivari. La parte inglese-thohiriana, invece, ha un orizzonte temporale più lungo ma non lunghissimo perché il debito non potrà essere rinegoziato all’infinito (altro che bond): il problema è che non ha una linea politica chiara, giusta o sbagliata che sia, quindi questa navigazione a vista si ripercuoterà anche sul mercato. Fare cassa con Kovacic e Icardi non è una decisione amministrativa, come verrebbe presentata, ma l’ufficializzazione di un’idea di futuro.

Olivari conclude: "Quanto a Mancini, quella dell’anno prossimo sarà la sfida più difficile della sua carriera da allenatore: aspettative altissime (quelle che non aveva, per dire, alla Fiorentina, alla Lazio e forse nemmeno nel 2004 quando Moratti lo ingaggiò) e rosa da medio cabotaggio, scelta totalmente da lui ma all’interno di una fascia di valore ben precisa. Insomma, il Mancini senza un grande budget in rapporto alle ambizioni sarà l’incognita più grande di un’Inter già di suo indecifrabile al di là della retorica sui ‘nuovi mercati’.