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Sulle colonne de' La Repubblica, Paolo Condò commenta il rinnovo del contratto di Pep Guardiola col Manchester City e svela un retroscena relativo al tecnico dei 'Citizens':
"Il prolungamento al 2023 del contratto di Pep Guardiola col Manchester City segna una svolta negli scenari futuri del calcio internazionale. La scorsa estate, avvilito per l’eliminazione nei quarti di Champions subita dal modesto Lione ma soprattutto stanco di una Manchester che non ha mai amato, Pep non sognava altro che un ritorno a Barcellona (la moglie e le figlie erano già tornate in Catalogna, con lui era rimasto il figlio). Per questo motivo gelò le avance di Leo Messi, che aveva appiccato l’incendio al Barça con l’obiettivo di raggiungere il suo antico mentore: non si sentiva di garantirgli che sarebbe rimasto altri tre anni al City. Malgrado i suoi desideri fossero chiari, la dirigenza del club non ha mai smesso di proporgli l’allungamento del contratto, in scadenza alla fine di questa stagione. Di più: la proposta originaria — dimezzata da Guardiola in sede di trattativa — era di arrivare addirittura al 2025, una blindatura alla Ferguson molto significativa nel momento in cui sorgevano i primi mugugni sui risultati di Pep. Una mossa che lo ha lusingato, e che è servita a parare l’impatto emotivo delle dimissioni di Bartomeu dalla presidenza del Barça, evento che pareva spalancare le porte al ricongiungimento di Guardiola e Messi al Camp Nou la prossima estate".
Il prossimo allenatore del Barcellona? Condò non ha dubbi: "Se Koeman quest’anno dovesse fallire, il candidato alla panchina di qualsiasi aspirante alla presidenza sarà Xavi, un’altra figura con la quale Pep non potrebbe mai mettersi in competizione".
Con il rinnovo di Guardiola, l'asse Messi-Manchester City potrebbe concretizzarsi a fine stagione: "Naturalmente la firma di Guardiola rilancia i boatos sul trasferimento al City di Messi, che a fine stagione sarà libero a costo zero e ancora mercoledì ha rilasciato dichiarazioni seccate sul fatto che ogni problema del Barça venga ricondotto a lui. Tutto lascia pensare che l’affare sia possibile, un ultimo hurrà — Leo a giugno compirà 34 anni — col tecnico che meglio di chiunque altro l’ha saputo valorizzare. A meno che Koeman o più verosimilmente Xavi non sappiano trattenerlo".
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