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Guarin-Medel sovrastati: Valdifiori da solo fa più dei due interisti…

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport non risparmia critiche all’Inter per la brutta prestazione offerta ieri sera in terra toscana e premia, invece, i meriti dell’Empoli, che secondo la “rosea” ha dato una...

Alessandro De Felice

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport non risparmia critiche all'Inter per la brutta prestazione offerta ieri sera in terra toscana e premia, invece, i meriti dell'Empoli, che secondo la "rosea" ha dato una vera e propria lezione di calcio agli uomini di Roberto Mancini. Alcune volte non basta l'acquisto di ottimi calciatori come Shaqiri e Podolski per contrastare un lavoro sul campo che dura da anni. Sarri guida questa squadra dal 2012, mentre roberto Mancini è appena arrivato all'Inter. Sicuramente i nerazurri termineranno la stagione sull'Empoli, ma ieri era decisamente chiaro che tra le due squadre, quella con un progetto solido e duraturo fosse quella toscana, mentre l'Inter è ancora all'inizio di un lungo percorso. L'Empoli ha una propria impronta di gioco, al di la del risultato. L'impianto ruota intorno a Mirko Valdifiori, che ieri da solo ha letteralmente doppiano il proprio dirimpettaio Fredy Guarin. La Gazzetta dello Sport propone dei dati molto rilevanti: Il playmaker dell'Empoli ha concluso 59 passaggi positivi, mentre Guarin si è fermato a 22. Ma non è tutto, sempre il centrocampista toscano ha recuperato da solo 17 palloni, mentre Guarin e Medel ne hanno recuperati 19 in due. In sostanza nell'Empoli basta un solo giocatore per svolgere il lavoro di due interisti. Ovviamente se l'Empoli ha messo in difficoltà i nerazzurri non è solo merito di Valdifiori, ma di un complesso di gioco che funziona a meraviglia: chi riceve palla spalle alla porta non tenta mai di girarsi, ma scarica palla indietro. Le mezzalli ricevono sempre la proposizione dei terzini e si alargano solo in prossimità dell'area di rigore avversaria. Infine, la palla viene data sempre nello spazio, al contrario, invece, accade all'Inter, dove tutti i calciatori pretendono di ricevere la palla sui piedi, per poi portarla e rallentare i tempi di gioco, invece che smistarla e muoversi per riceverla nuovamente.