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Guarin: “Voglio bene ai tifosi. Mancini ci capisce al volo e per la Champions…”

Alessandro De Felice

E’ un fiume in piena, Fredy Guarin, nella sua intervista a Tuttosport: “Mancini crede in me? Mi è stata data una grande responsabilità: lì in mezzo mi trovo bene e nelle ultime due partite credo si sia visto un altro Guarin. In...

E' un fiume in piena, Fredy Guarin, nella sua intervista a Tuttosport: "Mancini crede in me? Mi è stata data una grande responsabilità: lì in mezzo mi trovo bene e nelle ultime due partite credo si sia visto un altro Guarin. In quella posizione ho giocato qualche volta pure con la Nazionale sempre al fianco di un centrocampista più bloccato: questo mi permette, oltre che di gestire il gioco, pure di buttarmi negli spazi avendo sempre davanti a me campo aperto.

Perdo meno palloni? Perché ho una responsabilità in più: Mancini mi dice di giocare semplice, di essere sempre attento e di pensare che ogni pallone, se giocato in modo sbadato in quella zona del campo, può diventare un'occasione da gol per gli avversari. Sono tanti piccoli dettagli che non ti passano neanche per la testa quando giochi più avanti.

I tifosi? Ai tifosi voglio bene perché so che mi vogliono bene e so che, come hanno fatto dopo la partita col Genoa, quando troverò continuità di rendimento arriveranno soltanto applausi.

I fischi? Non è che posso andare da loro e chiedere a uno a uno perché mi fischiano. Ovviamente per noi sarebbe importante che fossero più pazienti e che ci sostengano per tutta la partita, però i tifosi pagano il biglietto e hanno ragione per definizione.

Mancini ci sa fare con i giocatori? Essendo stato un fuoriclasse, per lui è più facile capire il nostro pensiero e questo aiuta moltissimo la relazione che c'è tra un allenatore e un giocatore. Di riflesso lui, quando spiega le cose, trova modo di farsi capire molto più velocemente.

Cosa è cambiato rispetto a Mazzarri? C'è più intensità nel gioco, abbiamo una mentalità più offensiva che ci porta a difendere stando molto più alti partendo dal centravanti che, come ci dice sempre Mancini, deve essere anche il primo difensore.

C'è ancora da lavorare? Si e tanto, ma dopo due mesi di lavoro abbiamo più coraggio come squadra e ciascuno di noi ha più fiducia nell'esprimere le proprie qualità. L'obiettivo finale è diventare una squadra solida che un giorno metterà il pilota automatico come succedeva un tempo. Chi viene a San Siro deve tornare ad aver paura dell'Inter: questo è il livello a cui dobbiamo arrivare.

La rincorsa alla Champions? le giornate stanno passando e per centrare l'obiettivo che ci siamo prefissati dobbiamo sfruttare tutte le occasioni, a partire dalla gara col Torino. Per la Champions ce la giocheremo fino alla fine: in squadra è un pensiero fisso, quasi un'ossessione, anche se sappiamo che non sarà facile.

Se sapremo fare almeno 40 punti? È dura, lo sappiamo, ma dobbiamo avere questo chiaro come obiettivo in testa. Sappiamo che dobbiamo vincere tredici partite nel girone di ritorno e siamo convinti che se riusciremo a farcela, l'Inter potrà arrivare al terzo posto"