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Guarneri: “Inter? Col Barça poteva fare anche il 2-0. Mi rivedo in un nerazzurro”

Inter Guarneri
Le parole del difensore della Grande Inter a proposito della prova della squadra contro i blaugrana

Daniele Vitiello

Aristide Guarneri, uno dei pilastri della Grande Inter di Herrera, alla Gazzetta dello Sport di oggi ha parlato della prova dei nerazzurri contro il Barcellona. Queste le sue considerazioni: «Mi è piaciuta, tutto un altro atteggiamento rispetto alle partite precedenti, ho visto più voglia, più aiuto tra compagni, più amicizia. Anche se può migliorare ancora».

Per esempio?

«Tecnicamente. Senza i troppi passaggi sbagliati, si poteva fare anche il 2-0. E poi la condizione atletica. Nell’ultimo quarto d’ora siamo calati, anche perché il Barcellona ha fatto correre la palla. La squadra di Xavi mi ha deluso, ha tirato poco, ma la palla girava e gli interisti si sono stancati a rincorrerla».

L’interista nel quale si rivede?

«De Vrij, centrale, più marcatore. Gli altri due hanno caratteristiche diverse».

Ci stanno i paragoni difensivi con la Grande Inter?

«No, non è giusto e non è bello. E’ tutto un altro calcio. Oggi i difensori sono più preparati tecnicamente, ma in area eravamo meglio noi».

Oggi i difensori impostano.

«Io preferivo dare la palla a Corso o a Suarez».

Come la vede al Camp Nou?

«Sono ottimista. Inzaghi è bravo, anche se non sempre azzecca i cambi. In una settimana la squadra può crescere ancora e magari recuperare qualcuno. Sento parlare tanto degli infortuni del Milan, ma poco di quanto pesino Lukaku e Brozovic in questa squadra. Sarebbe importante anche solo poter schierare Lukaku nel finale».

Servirà un’altra prestazione di cuore, difesa e ripartenza.

«E’ il nostro calcio. Io sono convinto che ogni nazione abbia il suo: l’Inghilterra ha il suo e così Francia, Spagna… Il calcio italiano è difesa e contropiede».

Si emoziona ancora quando va a San Siro?

«Sempre. L’ultima volta ho incontrato Beccalossi, Baresi, Ferri… Trovo sempre qualcuno che mi riconosce».

Quanto le manca Facchetti?

«Dopo il calcio ci eravamo legati anche più di quando giocavamo. Abbiamo disputato un sacco di tornei di tennis in doppio. Ci invitava a casa sua. Ci si ritrovava con Burgnich, Boninsegna… Giacinto mi manca tanto».

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