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Guida: “Solidarietà agli arbitri vittime di violenza. Una volta rischiai di…”

Guida: “Solidarietà agli arbitri vittime di violenza. Una volta rischiai di…” - immagine 1
Marco Guida ha voluto parlare degli episodi di violenza che stanno colpendo il mondo arbitrale a livello giovanile ma non solo
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Marco Guida, arbitro internazionale, ha voluto parlare degli episodi di violenza che stanno colpendo il mondo arbitrale che ha portato allo sciopero di un'intera regione dal designare arbitri per le partite del weekend prossimo:

Guida: “Solidarietà agli arbitri vittime di violenza. Una volta rischiai di…”- immagine 2

«Speravo di parlare d’altro. Ma bisogna farlo perché è uno dei modi per arrivare a combattere questo fenomeno. Da papà, capisco i genitori, la paura per il proprio figlio o per la propria figlia che vuole inseguire una passione. Va combattuto a livello sistemico, è il sistema calcio che deve trovare, insieme, le armi per battere un fenomeno odioso come questo».


Sciopero nel Lazio, fermate tutte le partite.

«Hanno tutta la solidarietà del mondo dell’AIA, oggi ancora di più. E voglio dire a tutti quei ragazzi che, ovunque, si trovano alle prese con una violenza perpetrata ai loro danni, che la CAN, tutta la CAN, è al loro fianco e a fianco del CRA Lazio».

Anche voi avete scelto i gesti, oltre alle parole.

«Scenderemo in campo con questo segno nero sotto gli occhi, la testimonianza della vicinanza degli arbitri di vertice alla base. Non sono soli».

Le è mai capitato di essere oggetto di violenza?

«Rischiai uno schiaffo, Eccellenza campana, a Saviano. Ma in quell’occasione, uno dei miei due assistenti fu colpito da un calco in pancia, lo portammo in ospedale per problemi alla milza».

Come l’ha superata, dove ha trovato la forza per tornare in campo la domenica successiva?

«Pensando che quell’episodio era figlio dell’ignoranza e l’ignoranza non poteva fermare la mia passione».

L’AIA promuove un progetto, vi manda nelle scuole, a lezione di regole e legalità.

«Perché le regole andrebbero rispettate in generale, non solo in campo».

Cosa si può fare?

«Non si può rischiare la vita per una passione, serve l’impegno di tutti, media compresi, nel veicolare messaggi che non portino violenza».