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Qualche esempio virtuoso?
—«Ho avuto la fortuna di arbitrare Zanetti. E direi Totti, che per quanto fosse carismatico non mi ha mai creato grossi problemi».
Il fischio più difficile della sua carriera?
—«Quando in un Milan-Inter fischiai un rigore da terra, perché ero appena caduto».
Come si prepara un arbitro?
—«Io dormo un’ora e mezza prima della partita e allo stadio ascolto sempre la mia playlist di musica. Dietro la prestazione c’è tanta fatica: ci alleniamo 5-6 giorni a settimana».
Un arbitro può avere dei sogni?
—«Deve. Si parte sognando la Serie A, il mio obiettivo ora è arrivare al Mondiale del 2026».
Quindi, vi state davvero aprendo al mondo esterno come si dice?
—«Sì e molto. Con Open Var potete ascoltare anche le nostre conversazioni. Abbiamo capito che chiuderci troppo può portare alla dietrologie che non ci appartengono. Va normalizzato l’errore e, più in generale, la figura dell’arbitro».
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