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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Francesco Guidolin, ex tecnico, ha ripercorso la sua grande esperienza all'Udinese, soffermandosi su due attuali giocatori dell'Inter, partendo da Alexis Sanchez: “Si vedeva che possedeva grandi doti e che stava crescendo. Con me aveva già 20 anni ma non aveva ancora mostrato tutto il suo potenziale. Diciamo che con l’Udinese in quel ruolo ha sfondato. E in questo scelta mi sento di avere qualche merito. Perché Sanchez è un trequartista, un numero dieci. Può giocare da esterno, ma le sue caratteristiche sono quelle lì. Dietro la punta ha dato il meglio di sé, secondo me dove si è espresso al meglio è stato All’Arsenal perché giocava in quel ruolo, dietro le punte”.
E poi c’era Handanovic. Quanti punti a stagione regala alle sue squadre?
“Tanti. Era fortissimo già nell’Udinese. Col tempo, l’esperienza e la maturità è diventato un top. Adesso è tra i primi cinque portieri al mondo secondo me. Quell’Udinese comunque aveva ottimi giocatori, da Inler ad Asamoah, a Pinzi. Armero, per dire, con noi ha fatto benissimo, poi non si è più ripetuto. Non so, il ragazzo non era facile da gestire ma le qualità erano di ottimo di livello. Mi è sempre spiaciuto per Floro Flores chiuso da Totò, perché aveva tutte le qualità del centravanti: tecnica, entrambi i piedi, carattere, fiuto del gol. So che non gli ho dato grandi opportunità. Lo stesso vale per Muriel, si è trattato di dover aspettare, ma si vedeva che aveva doti da top player. A Udine comunque è dove si è espresso meglio: 12 gol nel mio penultimo anno. E’ quello che davvero più ricordava Ronaldo il fenomeno, aveva quei colpi lì. Ma non è stato continuo”.
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