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Guidolin: “Udinese-Inter sfida aperta. Sottil ha una squadra con tanta qualità”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico dell'Udinese Francesco Guidolin ha parlato della gara di oggi tra i friulani e l'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico dell'Udinese Francesco Guidolin ha parlato della gara di oggi tra i friulani e l'Inter:

 «Sottil aveva fatto bene in serie B, sta dando continuità a un gruppo che dal girone di ritorno della scorsa stagione aveva cominciato a mostrare le proprie qualità. Non è soltanto una squadra molto strutturata fisicamente, ma anche con molta qualità e ottime individualità».

L’Udinese delle quattro vittorie di fila in cosa la colpisce?

«E’, innanzitutto, una squadra rodata. Ma quel che ha aggiunto è la consapevolezza di essere in grado di fare qualcosa di importante. Ora si è creata questa situazione favorevole che l’Udinese si merita tutta».

L’abito dell’Udinese è sempre il 3-5-2. Anche ai suoi tempi lo era e si è andati avanti su questa strada.

«Io ereditai la difesa a tre da Zaccheroni quando andai a Udine la prima volta nel ‘98. Venivo da Vicenza dove giocavo a quattro. 4-4-2 o 4-2-3-1 e ne ero felice. Proposi a Udine un 3-4-1-2 che poi, quando tornai la seconda volta (2010) diventò un 3-5-1-1. Con Sanchez dietro quell’altro fenomeno di Totò Di Natale. Rinunciai in quel modo al centravanti classico strutturato, ma quei due fecero cose divine, direi pazzesche e noi conquistammo i risultati prestigiosi arrivando anche in Champions».

Sente ancora Gianpaolo Pozzo? Sa che il suo desiderio, a 81 anni, è rivedere l’Udinese in Europa?

«Lo sento sempre per le festività importanti. Glielo auguro con tutto il cuore. Ma me lo auguro anche per tutti gli splendidi tifosi friulani che hanno ritrovato l’entusiasmo in questo bellissimo avvio di campionato. Ricordo che ai miei tempi tornavamo dalle trasferte in Italia e in Europa e loro ci accoglievano a notte fonda all’aeroporto di Ronchi. Spero che tornino quei tempi. Anche la sfida con l’Inter è aperta. Ma resto fedele al mio motto di un tempo: prima bisogna arrivare a quota 40 punti. Poi si pensa al resto».

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