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Indicato come possibile sacrificato per questioni di bilancio, la storia tra Samir Handanovic e l’Inter sembra invece aver preso una piega totalmente diversa. Il numero uno nerazzurro, con molta probabilità, sarà ancora il portiere titolare dell’Inter per la prossima stagione. E così Batman, come viene chiamato da Roberto Scarpini in cronaca, ha rilasciato una breve intervista alla testata sport360.com
BATMAN – "Mi piace. Questo soprannome è dovuto al modo in cui esco dalla porta. Come ogni bambino amavo i cartoni animati. Lo sono sempre solo durante la partita, a volte troppo. Con gli altri portieri della rosa mi trovo bene, ci diamo una mano a vicenda e questo conta. Soprattutto credo ci sia rispetto reciproco, si lavora bene insieme”
ELOGI – “Sono sempre contento di sentire che vengo elogiato da grandi portieri del passato perché loro sanno bene cosa significa giocare tra i pali. Ogni parata che si fa in una partita è importante per la partita stessa”
BONAIUTI – “Ho grande rispetto per lui. E’ fondamentale per me. Lo ammiro come persona e poi come allenatore. Penso che la sua filosofia sia avanti rispetto al ruolo del portiere. E’ cambiato il mio modo di pensare e il mio modo di allenarsi. Lavoro sodo perché il suo approccio agli allenamenti è dettagliato. Dallo sviluppo fisico del portiere al modo in cui si ci posiziona tra i pali, senza dimenticare l’intensità delle sedute di allenamento, per me lui è un grande"
OFFERTE – “Bello ricevere offerte interessanti, significa che stai lavorando bene. Ma voglio superare il punto di vista personale e vincere le cose qui insieme a tutta l’Inter. C’è sempre pressione quando si vuole competere per grandi traguardi. E’ normale nella vita di ogni sportivo. Scudetto? Penso che l’Inter debba sempre competere per grandi obiettivi anno dopo. Dell’obiettivo non si parla fino a che non si raggiunge. Allora vi dirò…”.
CLUB UNICO - "L'Inter è un club unico, speciale, di grande prestigio ed emozionante. Ispirazione? Mi sono ispirato a mio cugino Jasmin Handanovic, che gioca per il Maribor. È di sei anni più grande di me e mi sono innamorato di questo ruolo quando andavo a vederlo, mi è piaciuto anche Peter Schmeichel crescendo. La sua presenza tra i pali, i suoi lanci lunghi erano così potenti da permettere ai suoi compagni di squadra di essere pericolosi dal lato opposto. Non aveva paura di correre rischi e ovviamente ha dimostrato che il suo approccio era già avanti. Inter? Sono arrivato quando era in atto un cambio generazionale e poi anche societario. Tutto questo mi ha dato una motivazione in più. È strano, comunque, ma tutte le squadre attraversano un periodo di insuccessi nel calcio".
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