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Higuain: “Mai pensato di lasciare l’Argentina. Mi insultano? Se sono felici così…”

Gonzalo Higuain, dal ritiro dell'Argentina, ha raccontato i momenti difficili vissuti con la Seleccion. L'attaccante della Juventus ha poi spiegato quali sensazioni si provi a vestire la maglia albiceleste, nonostante molta gente si diverta a...

Dario Di Noi

Al suo approdo in Argentina, dopo un volo di 14 ore, Gonzalo Higuain si è concesso in una lunga intervista a TyC Sports. L'attaccante della Juventus ha raccontato la delusione per le finali perse con la Seleccion. Il Pipita ha cercato di spiegare le sensazioni che un giocatore può provare nel vestire la maglia albiceleste, nonostante molta gente si diverta a criticare senza sosta.

Queste le dichiarazioni rilasciate da Higuain alla nota emittente argentina: "Sono contento di essere in nazionale, ho avuto l’appoggio dei ragazzi e dello staff tecnico. Per questo sono qua. A volte non ci sono parole per descrivere quello che è successo, è dura da raccontare, da spiegare… Sono cose che succedono. C’è gente che non arriva a capire o valorizzare quello che uno vive, sente e fa per arrivare nella nazionale argentina. Sono tappe che ci si pongono davanti, noi dobbiamo andare avanti. Questo è il calcio, giochi contro altre squadre e non sempre hai fortuna. Giocare in pochi anni tre finali è un qualcosa che non accadeva da anni, 20-25 più o meno. Credo  che abbiamo fatto felice moltissima gente e per molto tempo. Ovviamente alla fine non abbiamo vinto, ma dobbiamo andare avanti, non possiamo fare altro. Che devo fare? Sono un giocatore di calcio, ma sono prima di tutto una persona. Ho lo stesso diritto di tutti di vivere, si soffre. Il calcio è la mia vita, sì, ma allo stesso tempo impari che ci sono altre cose importanti. Ma va bene, la gente ha il diritto di opinare, è libera di insultare, criticare… Se li rende felici, va tutto bene. Dico solo la mia umile opinione: siamo persone prima che giocatori. Quando veniamo in Nazionale diamo il massimo per questo, nient’altro. Ad alcuni non piaccio, ma va bene. Non gioco a calcio per piacere a tutti. Se sono felici ad insultarmi, bene così. Se ho pianto? Si, ovviamente, sono stato malissimo, ma davanti ho ancora una lunga carriera. Continuo a sentire un amore profondo nei confronti del calcio. Il giorno in cui non lo sentirò più smetterò di giocare. Ma al giorno d’oggi provo un amore immenso per quello che faccio. Mai pensato di lasciare la Seleccion? Non ho mai pensato di lasciarla. Chiaro, perdere tre finali in tre anni fa male, ma tutti vorrebbero vincere, tutti vorrebbero giocare questo tipo di partite. Sono pochi i giocatori che hanno questa fortuna. Sopporti tante cose per venire in Nazionale, io sono sette anni che vengo qua, non tutti sanno i sacrifici che uno fa, tra viaggi, fatiche, problemi fisici su cui passi sopra per lottare ed esserci per il tuo paese. Poi senti dire: “C’è questo, l’altro”, in poche partite già ti giudicano come buon giocatore o meno. Giochi sette partite e ti giudicano. Credo non si faccia cosi. Quando segno sono il migliore, quando sbaglio sono un disastro, ma va bene. Rispetto ogni pensiero, ma non perderò mai la fiducia in me stesso. E chi nutre dei dubbi continuerà a farlo. La gente mi critica se sbaglio un uno contro uno, ma non metterà mai in dubbio quello che sono. Sono molto tranquillo, ammiro e do valore solo alla gente che si fa in quattro per uno, e che non mi segue da due anni. Una cosa mi uccide, vedere stare male mia mamma. Vi dico ‘perché’. Non lo merita per tutto quello che ha fatto e per come ha lottato per me. A volte dico ‘mamma, non voglio che soffri più’. Ma lo fa. Mi resta solo da lottare, chi può dare una svolta siamo solo noi. Per questo siamo qua".

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