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Higuain: “Ronaldo il Fenomeno il mio idolo. Icardi? Si gioca 11 contro 11. La fascia…”

L'attaccante rossonero parla del derby e del suo trasferimento a Milano

Gianni Pampinella

In una lunga intervista rilasciata al Giornale, Gonzalo Higuain ha parlato del derby e del suo addio alla Juve. "Dentro ho sentito che si era rotto qualcosa. Poi hanno preso Ronaldo... Io non ho chiesto di andare via. Con l'arrivo di Cristiano volevano fare il salto di qualità, loro mi hanno detto che non potevo rimanere. Per me il Milan è stato la soluzione migliore. Poi se la società pensa di aver fatto la cosa giusta, è una decisione loro. Praticamente, lo dicono tutti, mi hanno cacciato. Ma non c'è nessun sentimento di rivalsa. Il derby? È il primo a Milano, ha un sapore speciale. Lo considero alla pari di quello di Madrid. Anche se sarà una sensazione strana. Perché giochiamo a San Siro, ma in trasferta. Deve essere una spinta in più".

Nella passata stagione al Meazza ha fatto una doppietta ai rossoneri e il gol scudetto all'Inter.

«L'atmosfera particolare di questo stadio mi esalta, ora ancora di più visto che è la mia casa».

Perché il Milan deve vincere?

«Per avere la consapevolezza di non essere inferiore a nessuno, che è diverso dall'essere migliori di tutti».

Weah, Inzaghi, Shevchenko, Kakà, Ronaldinho, Ronaldo e Ibrahimovic hanno tutti segnato al loro primo derby...

«Spero di far parte di questo club, anche se la cosa più importante è vincere, non chi segna».

A proposito di bomber, dall'altra parte c'è Icardi.

«Si gioca in undici più tre cambi contro undici più tre: non è una sfida tra noi due. È il gioco del calcio, non è tennis. Lui ha ancora margini di miglioramento. Rapporti? Non ne abbiamo».

Cosa gli invidia?

«Il colpo di testa, è micidiale. E dentro l'area è un assassino».

Lui è capitano, lei indosserebbe mai la fascia?

«Non mi piace essere capitano, non potrei. Giocare insieme? Nessun problema a giocare con altri attaccanti, ma anche loro si adattino a me».

Chi è stato il suo idolo da bambino?

«Ronaldo, il Fenomeno. Non potrò mai essere come lui».

(Il Giornale)

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