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"Tanto lo sanno che li guardiamo. Noi, i compagni e le telecamere di tutto il mondo. Alle tre del pomeriggio sarà l’ora della colazione a New York e del dopo-cena di Pechino. L’occasione più globale e più utile per distrarci da un ricordo. I ventisei giorni trascorsi dopo la zuffa di strada in Coppa Italia sono davvero pochi per poter essere già derubricati sotto la parola “passato”, ma un fotogramma non è un diamante, non è per sempre, né Lukaku e Ibrahimovic possono restare inchiodati a un singolo episodio della loro carriera". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito all'incrocio tra Lukaku e Ibrahimovic, pronti a trascinare Inter e Milan in un derby piuttosto decisivo in ottica Scudetto.
"Lukaku e Ibrahimovic hanno una meravigliosa occasione davanti. Quella che Maxi López e Mauro Icardi non colsero. Scelsero di mostrarsi mentre di nuovo facevano baruffe, non si strinsero la mano, trasformando uno scontro in una faida. Così come a distanza di un anno Wayne Bridge si rifiutò di salutare prima della partita a centrocampo l’ex compagno di squadra John Terry, un anno prima sorpreso in una relazione con Vanessa, la fidanzata dell’amico. Bridge lasciò la Nazionale, Terry dovette lasciare la fascia. Sono diventate una faida che dura da oltre cinque anni anche la testata di Márquez e la sgambata di Rossi, uniti per sempre da un istante sordido, ancorati in eterno a quella memoria comune, un’ombra dalla quale non sanno svincolarsi", il commento del CorSport.
Sia Lukaku che Ibrahimovic incidono più di ogni altro giocatore per Inter e Milan. "Lukaku con la maglia dell’Inter ne ha segnato uno ogni 115 minuti. Se contiamo pure gli assist, il belga fa succedere qualcosa di rilevante ogni 98 minuti. Ibrahimovic, da quando è tornato al Milan, ha fatto 2 gol su 10 dei suoi e una volta a partita (per la precisione ogni 83 minuti) o segna o fa segnare. Batte un portiere ogni 4 tiri in porta, Lukaku ogni tre", l'analisi del quotidiano che si augura che i due possano lasciare alle spalle le ruggini della Coppa Italia e si stringano la mano prima del match.
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