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Zlatan Ibrahimovic nell'intervista concessa a aftonbladet.se
A quanto pare se la sognava di notte perché quasi non ci crede. Gli hanno dedicato una statua, la costruiranno a Stoccolma, la capitale della Svezia, il Paese nel quale Zlatan Ibrahimovic è nato. Il giocatore di Malmoe ha parlato con il quotidiano svedese, Aftonbladet, e ha detto: "Spesso si ottiene una statua quando non si è più vivi, ma io ho una statua e sono ancora vivo. E 'una sensazione incredibile. Morirò un giorno, ma la statua sarà lì per sempre, a meno che qualcuno non la rubi. Ma sarà difficile perché è quattro volte più grande di me o anche di più...". E figuriamoci se uno come lui poteva in qualche modo accontentarsi: "La Friends Arena dovrebbe avere il mio nome considerato quello che ho fatto lì, dovrebbe chiamarsi Zlatan e non sto scherzando, sono serio, non mi sorprenderebbero se si vorrebbe farlo".
COME NAPOLEONE - L'attaccante del Manchester United non si pone limiti: "Mi piace accettare nuove sfide. Mi è piaciuto giocare al PSG, avevamo una squadra forte che è cresciuta nel corso degli anni, ma quello è il passato e oggi penso a fare bene allo stesso modo. Futuro in Svezia? Credo che potrei andare dall'altra parte dell'Atlantico per conquistare gli USA. Come Napoleone in Europa, ho conquistato tutti i paesi dove sono andato".
LA SFIDA - "Il Manchester United non è forte come il PSG, ma quando Mourinho mi ha chiamato è stato facile scegliere. Quando chiama Mou non è difficile dire sì, non era la parte finanziaria quella più difficile. Certo, sono stati fatti grandi acquisti questa estate, ma da tre-quattro anni lo United non vince e noi ora lavoriamo su questo. Questa era la sfida e io l'ho accettata. Era quello che volevo, venire in uno dei club più grandi al mondo, che ha avuto problemi e non ha vinto molto negli ultimi tempi e provare a vincere la Premier League, questa è la sfida".
(Fonte: aftonbladet.se)
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