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In una lunga intervista rilasciata al quotidiano Corriere della Sera, il bomber nerazzurro Mauro Icardi ha parlato del suo rapporto con Jovetic e sul numero di goal che in questa stagione si è prefissato di raggiungere dopo i 22 dello scorso anno: "Io penso solo a fare bene il mio lavoro. Ora sono a 8, ma la manovra d’attacco sta migliorando. Prima pagavamo il fatto di essere molti nuovi e di non conoscerci. Poi a volte abbiamo incontrato portieri che hanno fatto miracoli".
E con Jovetic come va?"Rapporto ottimo. Io sono più punta, lui fa movimento e vuole la palla sul piede. Non mi pare che abbiamo fatto male. Poi la gente vorrebbe da noi 5 gol a partita: non è così facile".
Acquistato a 13 milioni, ora ne vale 45. Che effetto le fa? "Il mio valore dipende da ciò che faccio: se non segnassi o giocassi male sarebbe zero".
Domani c’è Higuain contro Dybala. Che cosa vorrebbe dei due che lei non ha? "Mi va bene essere Mauro Icardi. Ma mi piacciono lo stato di grazia di Higuain che segna appena tocca palla e certe giocate di Dybala".
Perché l’Argentina crea tanti fenomeni? "Da noi si dice che voi siete il primo mondo e noi il terzo: in Argentina non ci sono tante possibilità o distrazioni, la gente gioca in strada e si nutre di calcio. Così cresce la voglia di conquistarsi il primo mondo. Io da piccolo non avevo i giocattoli a casa per giocare coi miei fratelli e passavo tutto il giorno al campetto col pallone. Qui è diverso, lo vedo con i miei figli quando si buttano sul divano a giocare con l’iPad...".
Lei quale modello preferisce? "Il mio, naturalmente. Ma è chiaro che se le comodità le hai è difficile rifiutarle".
Che peso ha avuto l’esperienza nel settore giovanile del Barcellona? "Mi ha formato al grande salto di qualità. Ma solo in Italia ho capito che avrei potuto fare il calciatore professionista".
Quanto conta per un cattolico argentino questo Papa? "Per me tantissimo. Quando papa Bergoglio ci ha ricevuti, Wanda era incinta e lui ha benedetto la pancia: nostra figlia si chiama Francesca proprio in suo onore".
Sciogliamo l’ultimo l’enigma: l’Inter arriverà terza o no? "Lo scontro diretto di Firenze domenica dirà molto. La Champions è importante, cambia i destini del club e dei calciatori, giocarci vuole dire stare su un altro livello. Ma io ci credo, l’ho detto dal primo giorno di ritiro ad agosto e lo confermo ora: in fondo, se siamo stati primi così tanto tempo significa che ce la meritiamo".
(Fonte: Guido De Carolis, Alessandro Pasini, Corriere della Sera 12/02/16)
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