- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Il passaggio di Mauro Icardi al Psg segna la fine di un periodo terribile per l'Inter. Nove mesi interminabili, in cui al centro di tutto c'era sempre e comunque l'argentino. Ieri la scelta di accettare il rinnovo e di passare in prestito al Psg, scelta che ha chiuso la telenovela.
Come racconta La Gazzetta dello Sport "Tutto cominciò il giorno nove, di dicembre, con un viaggio a Madrid, in aereo privato per vedere il Superclasico. Continuò il nove gennaio, con un rientro in ritardo dalle vacanze. Il nove febbraio Spalletti invocò un rinnovo che riportasse la calma, scoperchiando un pentolone già in ebollizione. E il nove agosto, alle nove, l’Inter ha annunciato che il nove ora sarebbe stato sulle spalle di Lukaku. Il nove ricorre, in questi nove mesi, tanto quanto definisce Maurito: centravanti puro, finalizzatore, macchina da gol, uomo d’area. Fino a nove mesi fa, si parlava di caratteristiche tecniche, al massimo di contratto: poi è diventata una questione di social, ospitate, referti medici, avvocati, tutele legali, rapporti compromessi e scuse reciprocamente richieste e mai arrivate".
"L’annata era cominciata con Mauro capitano e condottiero, coi Rolex regalati ai compagni per il titolo di capocannoniere 2018. Ma anche con Wanda ospite fissa in tivù, con il ripartire del consueto balletto sul rinnovo, e con Beppe Marotta di colpo libero sul mercato. Dicembre: River-Boca, a due giorni dal Psv in Champions, è uno sfizio che gli Icardis si concedono, che la società non blocca, che il gruppo non digerisce. Da lì i mugugni interni crescono, l’Inter decide che va cambiato registro. Trenta giorni dopo (la Champions è andata), quando Wanda e Mauro rientrano in ritardo di un giorno dall’Argentina, Marotta è già il nuovo a.d., e arriva la «multa-non multa» di 100 mila euro (si discorrerà all’infinito sul suo effettivo pagamento). Intanto Mauro smette di segnare (6 gare), Spalletti sa che la tensione interna c’entra, l’opinionista Nara dalla tivù attacca «chi gli passa male il pallone» e il giorno prima di San Valentino l’amore Inter-Icardi diventa torbido e litigarello".
"Il «nove» è degradato, la fascia passa ad Handanovic, lui se ne va sgommando da Appiano e non parte per l’Europa League. È l’inizio del periodo «aventiniano» dell’argentino, che lamenta un problema al ginocchio, si piazza sul lettino e da non-capitano si trasforma in non-giocatore. Sono settimane in cui ci si specializza nell’interpretare oscuri post social di Wanda come moderni aruspici e in cui irrompe sulla scena la figura del mediatore Paolo Nicoletti, avvocato (lo manda Moratti). Spalletti sbrocca («Devo mandare mail a tutti gli avvocati per fare le convocazioni?»), il gruppo si ricompatta, Mauro si esprime per l’ultima volta il 28 febbraio con un lungo post in cui giura amore eterno e rivendica sacrifici fatti per i colori (poi solo foto, compreso un servizio hot di coppia con Wanda). Per un po’ lo si vede sugli spalti con la moglie e si prende i fischi, poi evita. Il lavoro diplomatico, senza che sia cambiata di una virgola la situazione, lo riporta in campo il 3 aprile: segna subito su rigore, ma è un’illusione. I gol dopo il rientro saranno due, entrambi dal dischetto. E un rigore fallito, all’ultima con l’Empoli, rischia di compromettere la Champions. Sipario, vacanze (la Copa America se l’è giocata), e inizio dei discorsi di mercato", prosegue Gazzetta.
"La stagione comincia con l’Inter che lo definisce «fuori dal progetto», in ritiro a Lugano fa la parte atletica, lo mandano a tirare con Joao Mario, si scopre in ritardo di condizione e infine torna a Milano prima. In tournée non va, ma lui ancora una volta resta fermo, immobile, sulle sue posizioni. Rifiuta Roma, Napoli, Monaco e lui e Wanda assicurano che resterà, che non se ne andrà. L’arrivo di Lukaku intacca le certezze, i documenti presentati per una causa per mobbing sembrano l’inizio di una guerra legale. Poi Parigi chiama, gli Icardis rispondono. Nove mesi dopo, il caso del nove è chiuso. Almeno fino a fine giugno", chiude il quotidiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA