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Il Chelsea ricorda: “Eto’o ha segnato a Stamford Bridge il gol che…”

Nel comunicato del Chelsea con il quale è stata annunciata l’ufficialità di Samuel Eto’o si parla della carriera dell’attaccante camerunense che all’Inter ha vinto il triplete e il club londinese scrive:...

Eva A. Provenzano

Nel comunicato del Chelsea con il quale è stata annunciata l'ufficialità di Samuel Eto'o si parla della carriera dell'attaccante camerunense che all'Inter ha vinto il triplete e il club londinese scrive: "Nell'estate del 2009, Eto'o ha lasciato la Spagna per l'Italia, passando dal Barcellona all'Inter in un affare che ha visto Zlatan Ibrahimovic fare il percorso inverso. Sotto la guida di Mourinho, che era l'allenatore nerazzurro in quel periodo, Eto'o ha fatto un'ottima stagione a San Siro segnando all'esordio in Serie A un gol contro il Bari. E' stato autore dell'unico gol della partita quando l'Inter ha vinto nella fase di eliminazione della Champions League suggelando una vittoria nel 3 a 1 complessivo che poi è valsa la vittoria della Coppa in finale contro il Bayern Monaco. E in quell'anno la sua squadra ha vinto anche il campionato e la coppa nazionale. Nella sua ultima stagione all'Inter Eto'o ha segnato una memorabile tripletta contro il Werder Brema e ha firmato con una doppietta la Coppa Italia. Ha concluso il suo incantesimo di due anni a Milano dopo aver segnato 53 gol in 102 presenze. Nell'agosto 2011, è stato annunciato che aveva firmato per l'Anzhi". 

A Londra non si sono scordati quel gol a Stamford Bridge. Quella sera, quando segnò Re Leone, l'intuito degli interisti - marchiato a fuoco da eliminazioni con due pareggi e da tante altri piccoli segnali che dicevano che non era ancora arrivato il momento -  suggerì un: "Stavolta forse sarà diverso". Era diverso per davvero. Era il preludio verso una nuova storia. Ed è per questo che sapere Eto'o preferire il Chelsea all'Inter fa un po' male. Se poi si ragiona in termini economici, in maniera concreta, un suo ritorno a Milano era solo una chimera. Sospiro. Ha preferito scegliere Mou, "non è stato difficile". Al cuor non si comanda. E poi è così lontano dalla tasca.