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Niente Mondiale Under 17 per Sebastiano Esposito. Dopo l'infortunio rimediato da Alexis Sanchez, l'attaccante classe 2002 non partirà per il Brasile ma resterà alla corte di Antonio Conte per dare il suo contributo all'Inter.
Sulle pagine del Corriere dello Sport troviamo un editoriale firmato da Marco Evangelisti proprio sulla vicenda che riguarda l'Inter, la Nazionale e lo stesso Esposito: "Conte che si riprende Esposito senza l’ombra di un rimorso, e stacca alla Nazionale Under 17 l’ossigeno di un talento come a quell’età non se ne vedono quasi mai, è il perfetto successore di sé stesso. Cinque anni fa, quando era alla Juve, fece venire una mezza ulcera a Prandelli per la convocazione di Chiellini, appena tornato da un infortunio. Disse che il ct avrebbe dovuto chiedergli informazioni preventive. In mezzo c’è stato anche il Conte a sua volta ct capace, al contrario, di rispondere a voce rauca ma alta a John Elkann che si lamentava per un problema fisico di Marchisio. E raccontava che durante la sua esperienza alla Juve i dirigenti non si erano mai chiesti perché i giocatori lavorassero duro".
Il commento poi prosegue sulla questione legata al futuro e non solo: "Non importa. Se l’Italia va a un Mondiale senza il suo giocatore di punta non è colpa di Conte o del suo club, che curano le proprie convenienze e tappano le falle che persino un mercato dai costi rilevanti ha evidentemente lasciato. E’ il calcio italiano a rinunciare alla propria versione migliore, quasi scusandosi con l’Inter per aver prelevato - quindi valorizzato - una vasta parte del suo settore giovanile, e non ha il coraggio di mettere gli interessi generali davanti a quelli della squadra particolare. E’ anche per questo che l’Italia sta risalendo da una brutta discesa nelle gerarchie internazionali. Sta risalendo, vale la pena ricordarlo, soprattutto grazie a una Nazionale che magari sbaglia il colore della maglia ma da un po’ non il gioco e i giocatori. Ci siamo persi un Mondiale, adesso andiamo a un altro, più piccolo, volontariamente indeboliti. Un’idea luminosa, e chissà che avranno tutti a guardarci strano".
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