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Dal Corriere della Serail punto sul possibile futuro di Roberto Mancini a margine della conferenza stampa di ieri: "Non è Capodanno, ma i botti di fine stagione fanno rumore. Accende la miccia Mancini: «Ho un contratto di un anno, se società e tifosi sono contenti resto. Se qualcuno, il club o i tifosi, non lo sono, straccio il contratto. Per me il rinnovo non è importante». Resterà. Probabilmente, ma vuole chiarezza. La società si è affrettata a ribadire fiducia cieca e totale: è contenta di lui, lo vede come il fuoriclasse su cui costruire la squadra del futuro, lo considera uno dei migliori allenatori italiani, gli riconosce il buon lavoro svolto.
Dopo l’ottavo posto della passata stagione, la quarta posizione di quest’anno è un primo traguardo. A preoccupare Mancini non è però quanto fatto, piuttosto il futuro. «Non tutti hanno capito la difficoltà del periodo. Non mi piace sentire certe cose, come il fatto di aver cambiato tanti giocatori con il solo quarto posto conquistato. Devo parlare con Thohir per sapere cosa potremo fare, vedremo. Voglio capire se saremo costretti a vendere dei giocatori. Non abbiamo ceduto Guarin, Kovacic e Shaqiri per piacere, ma perché dovevamo farlo. Ora abbiamo 5-6 punti fermi, una base da rinforzare. Servono tre giocatori di qualità. E comunque partiamo nettamente dietro Juve, Roma e Napoli».
Non c’è troppo da interpretare nel messaggio spedito a Thohir con cui ci sarà un confronto a giorni. Quando Mancini rimarca la necessità di avere tre giocatori di qualità per chiudere il gap con le prime lo fa avendo ben presente i vincoli del fair play finanziario Uefa. «Siamo con questa spada di Damocle sulla testa, lo so ma bisogna andare a prendere giocatori pronti. Non si capisce mai niente con il fair play...è giusto capire quello che potremo fare, se saremo costretti a vendere qualcuno. Se ci sono degli incedibili? Non ci vuole molto per capire quali sono». Brozovic, Perisic e Icardi su tutti, che poi sono anche quelli con più mercato.
L’Inter però è stretta tra tre esigenze: far quadrare i conti, allestire una squadra da terzo posto e far contento l’allenatore. Un nome Mancini lo mette in chiaro: Yaya Tourè. «Un giocatore forte come lui in Italia non s’è mai visto». Al direttore sportivo Piero Ausilio toccherà un’altra estate di passione. Mancini non vuole cedere i migliori e chiede tre rinforzi. Ausilio in più deve chiudere con il bilancio in ordine, partendo da una pesante passività dovuta ai vari riscatti. A modo suo Mancini ha anche indicato la via delle cessioni. «Handanovic? Se lui avesse la possibilità di giocare la Champions potremmo accontentarlo (c’è un interessamento del Psg, ndr). Jovetic? Ci aspettavamo di più da lui. Per giocare con continuità deve dimostrare di essere fondamentale». Insomma, se partono nessuno si straccerà le vesti.
Stasera si chiude in trasferta contro il Sassuolo, assetato di punti per l’Europa League. Mancini presenta un’Inter dimezzata e senza sei titolari: Handanovic, Miranda, Nagatomo, Medel, Perisic e Icardi. Il tecnico del Sassuolo Di Francesco è a caccia di una vittoria che garantirebbe il sesto posto e i preliminari di coppa se il Milan non dovesse vincere la finale di Coppa Italia con la Juventus. «L’Europa sarebbe un risultato storico, ma la storia la stiamo già facendo»".
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 14/05/16)
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