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Il giallista Malvaldi: “Scudetto? Prevedo colpi di scena. Il killer sarà…”

Il giallista Malvaldi: “Scudetto? Prevedo colpi di scena. Il killer sarà…” - immagine 1

Tifoso del Torino e appassionato di calcio in generale si è espresso sulla lotta al vertice in Serie A

Daniele Vitiello

Marco Malvaldi, noto scrittore e grande tifoso del Torino, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport alla vigilia del match tra i granata e il Milan. Tema della chiacchierata la lotta scudetto in Serir A: «È uno splendido triello, come quello de Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone. Non so chi siano il buono e il brutto, di certo il cattivo è Ibra».

Quindi l’assassino sarà il Milan?

«Sì, io sono convinto che vincerà il Milan. Quel misero punticino di vantaggio che ha oggi si rivelerà fondamentale».

Scusi se ci permettiamo, il giallista è lei, ma noi ci saremmo aspettati dei colpi di scena...

«E ci saranno! Vedrete sorpassi e controsorpassi, sarà un’alternanza continua, giornata dopo giornata, una roba tipo Gilles Villeneuve-Arnoux in F.1...».

E alla fine chi sarà a dare il colpo di grazia? Ha parlato di Ibra, ma di solito chi appare da subito come “il cattivo” non è mai l’assassino...

«È vero, il killer ideale infatti è Tonali, uno che all’inizio non veniva granché considerato, uno che è rimasto zitto zitto, buono buono, ma che quando non c’era ha subito fatto notare - e pesare - la sua assenza. È lui l’arma in più di questo Milan. Come complice vedrei bene Maignan, uno ferito sul campo di battaglia, che ha pagato dazio negli scontri tra clan, ma che gioca con le mani, i piedi e soprattutto la testa. Di sicuro un bell’investimento, utilissimo».

Qualche tifoso avversario tra i complici metterebbe anche gli arbitri...

«Non direi, l’arbitro al limite è un doppiogiochista. Mi spiego: è vero che il Milan ha avuto parecchi rigori, ma credo che i direttori di gara abbiano dato e tolto in modo omogeneo. Lo scudetto dei rossoneri per me sarebbe decisamente meritato, specialmente per il lavoro fatto da Pioli e dalla società, hanno portato avanti un progetto in modo razionale e meditato. E poi c’è un’altra cosa che mi spinge a dire Milan».

Ci illumini.

«Pioli e Ibrahimovic quando sono arrivati non sembravano certo destinati al trionfo. Oserei dire che in quel momento venivano considerati soluzioni un po’ rabberciate, quindi vederli vincere sarebbe qualcosa di tipicamente italiano, ma anche molto divertente. L’altra cosa ganza è che Napoli e Inter sarebbero più forti dei rossoneri, ma nel calcio per fortuna la forza non sempre conta. È per questo che lo amiamo, Davide può uccidere Golia in qualsiasi momento».

E allora che cosa fa di Inter e Napoli le due “vittime” della nostra storia?

«L’Inter è mancata in una parte della stagione, ha sofferto un forte mal di primavera che penso si rivelerà determinante. E poi è vero che a calcio si gioca in undici, ma se uno degli undici si chiama Brozovic e non hai con chi sostituirlo rischi problemi seri. Quanto al Napoli, temo ci sia una maledizione ancestrale: come squadra ha tutto per vincere, gioca davvero bene, ma temo manchi di convinzione».

All’inizio del nostro “romanzo campionato” sembrava proprio che il killer dovesse essere una tra Inter e Juventus.

«Già, ma si è capito presto che i bianconeri non potevano competere. A gennaio si sono rinforzati, ma poi non hanno combinato nulla. Per me erano fuori dai giochi già dal pareggio contro il Torino. La partita contro l’Inter è stata il colpo di grazia: una gara crudelissima tra l’altro, in cui avrebbero senza dubbio meritato i tre punti, però nel calcio come si diceva non sempre vince il più forte e i colpi di scena possono arrivare da un momento all’altro...».

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