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Il Giornale – Derby bestiale: nerazzurri con psicodramma nel dna, Orsato scortato

Derby infuocato: nerazzurri che recriminano sul finale, Orsato scortato negli spogliatoi

Sabine Bertagna

Il derby tra Inter e Milan è finito in un pareggio, che rende molto contenti i rossoneri e per nulla soddisfatti i nerazzurri. Scrive Il Giornale: "È un derby bestiale quello che beffa l’Inter ed esalta il Milan al minuto novantasette. La prima stracittadina del Dragone è decisa dall’occhio di falco che convalida il gol di Zapata del pareggio. L’occhio del falco ci vede benissimo per lo sconforto di Pioli e per la gioia sfrenata di Montella. Così la goal line technology che decide un Inter-Milan è cosa da impazzire. Nel bene per i rossoneri che scoprono il bello di segnare a tempo ampiamente scaduto dopo aver urlato di rabbia a Torino contro la Juve. Niente come il pallone ha una legge che dà e toglie quando meno te lo aspetti. Nel male diventano pazzi i nerazzurri che confermano di avere insito nel loro dna lo psicodramma. Ma stavolta è una «batosta» da cui sarà difficile rialzarsi, per stessa ammissione di Candreva."

In tribuna - "Il pranzo resta sullo stomaco ai vertici dell’Inter targata Suning con il patron Zhang Jindong rimasto a casa, mentre è un’abbuffata alla prima da presidente del Milan per Yonghong Li. Anche se la sua curva, la sud, aveva criticato la lega calcio: “12.30: All you can eat: buon appettito lega italiana”. Il sabato di Pasqua è così il giorno del silenzio nel quale sprofonda l’Inter dopo aver sognato per novantasei minuti la resurrezione dopo i ko con Sampdoria e Crotone. Ma il Milan l’ha rispedita nel sepolcro-ritiro della Pinetina, castigandola nel modo più crudele."

Orsato e la rabbia dei nerazzurri - "Effetti collaterali di un finale in cui Orsato è stato scortato negli

spogliatoi tra i nerazzurri arrabbiati. Lo stesso arbitro, che in Juve-Inter era stato determinante nella squalifica di Icardi per la pallonata a Rizzoli, e che ieri a fine primo tempo aveva detto a muso duro all’argentino: «Vada via, conto fino a cinque...»."

(Il Giornale)

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