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Un calciomercato di rotture, di piedi puntati per terra e di guerre con le società. A farla da padrone, nel calciomercato appena concluso, sono stati i calciatori e i loro procuratori, capaci quasi sempre di spuntarla in sede di trattative. Ma soprattutto, a vincere è stato il certificato medico, l'ultima arma escogitata proprio dai calciatori per uscire dall'imbuto dei contratti. Scrive Il Giornale:
"Il calciomercato appena concluso ha avuto un vincitore indiscusso, e non è il Milan. Da Niang a Keita, da Kondogbia a Kalinic, da Bernardeschi a Spinazzola a trionfare è stato il certificato medico, nuovo grimaldello per forzare le trattative più incastrate. Medici della mutua più procuratori, un’alleanza diabolica per combattere la vera guerra in atto nel calcio moderno: che - bisognerebbe spiegarlo ai presidenti, troppo indaffarati a cercare di strapparsi i calciatori l’uno con l’altro - non è tra club, bensì tra datori di lavoro e dipendenti, almeno fino a quando i professionisti del pallone continueranno a godere di questo status antistorico. In un mondo dove tutti si riempiono la bocca con valori e scelte di vita in realtà conta solo il denaro, e c’è sempre una società più povera di cui ammaliare i giocatori promettendogli stipendi tripli o quadrupli ma - a meno che tu non sia il Paris Saint-Germain - anche una società più ricca che farà altrettanto con i tuoi. E ad approfittarne sono loro, i dipendenti più fortunati del pianeta e i loro agenti che negli ultimi anni hanno guadagnato sempre più potere e sempre più quattrini".
(Fonte: Il Giornale)
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