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Il made in Italy funziona, quante panchine d’oro. Mancini però è in controtendenza…

Dario Di Noi

La Gazzetta dello Sport in edicola oggi ha condotto una lunga analisi sugli allenatori italiani. Per loro, tante “panchine d’oro”, importanti e molto ben pagate. Segno che il made in Italy funziona alla grande, soprattutto...

La Gazzetta dello Sport in edicola oggi ha condotto una lunga analisi sugli allenatori italiani. Per loro, tante "panchine d’oro", importanti e molto ben pagate. Segno che il made in Italy funziona alla grande, soprattutto all’estero. In cima alla lista Carlo Ancelotti, che da luglio percepirà 7,5 milioni netti dal Bayern Monaco. L’ex tecnico del Real Madrid, però, non è più solo. A seguirlo Antonio Conte, fresco di firma col Chelsea per un ingaggio da 6,7 milioni annui. In Italia, Allegri dovrebbe rinnovare con la Juventus e superare l’attuale primato condiviso con Mancini (4 milioni netti). I bianconeri aspettano l’appuntamento decisivo per il nuovo accordo, ma sono disposti a concedere al tecnico livornese un anno in più (con opzione sino al 2019) e un ingaggio da almeno 5 milioni netti. Cifre più simili a quelle estere e vicine a quelle che, un decennio fa, guadagnavano i grandi allenatori in Serie A.

Ancelotti, ad esempio, guadagnava 5 milioni di euro al Milan, e tutte le altre big non lesinavano denari per i loro allenatori. Poi, la crisi ha spazzato via certi lussi, fino all’ultimo biennio. Qualcosa, infatti, sta cambiando, la curva della hit degli stipendi è risalita. Basti vedere Spalletti: quando lasciò Roma, fu ingolosito dai 4 milioni netti garantitigli dallo Zenit. Ora, al rientro, Pallotta lo ha vincolato per 18 mesi con un appannaggio di 3 milioni annui. Lo stesso Sarri vedrà aumentato il suo stipendio, da 800 mila euro a 1,5 milioni, la cifra prevista nel contratto per il rinnovo automatico. Cifre più basse rispetto a certi colleghi, che forse Sarri vorrà rivedere dopo l’ottima annata col Napoli.

Due casi differenti riguardano un ex Inter, Claudio Ranieri, e l’attuale guida nerazzurra, Roberto Mancini. La parabola del tecnico jesino è in controtendenza, secondo la Gazzetta: "Accolto dall’Inter come il salvatore della patria, lo jesino ha avuto pieni poteri e un ingaggio coi fiocchi. Tuttavia l’ormai compromessa rincorsa alla Champions ha determinato malumori diffusi inattesi. Il Mancio è di fronte a un bivio, visto che non gli mancano le opportunità per cercare nuove esperienze. In ogni caso è all’orizzonte un confronto con Thohir per decidere insieme sul da farsi per la prossima stagione. Comunque non è una situazione agevole per quello che sino a qualche mese fa era considerato l’alfiere delle speranze nerazzurre. E non solo".

Tutt’altra situazione per la sorpresa dell’anno, Claudio Ranieri. Partito con uno stipendio da 1,9 milioni di euro, ha una scaletta di bonus che gli permette di arrivare quasi a quota 4 milioni. In queste settimane, tuttavia, the Tinkerman sta negoziando il prolungamento di contratto. Non è da escludere che dal prossimo anno arrivi a percepire uno stipendio base proprio da 4 milioni. La riprova che il made in Italy funziona. E nell’anno che verrà, probabilmente assisteremo ad un inevitabile boom degli ingaggi. L’escalation - come racconta la Gazzetta - è ormai nei fatti.

(Gazzetta dello Sport)