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Il Mattino – Il Napoli e Benitez sfidano Mazzarri e l’Inter. In palio l’orgoglio…

Francesco Parrone

Cinque mesi contro quattro anni. Nel brevissimo e tormentato periodo vissuto sulla panchina dell’Inter (luglio-dicembre 2010) Rafa Benitez ha vinto due trofei, Supercoppa italiana e coppa del mondo per club. Nella lunga e intensa esperienza a...

Cinque mesi contro quattro anni. Nel brevissimo e tormentato periodo vissuto sulla panchina dell’Inter (luglio-dicembre 2010) Rafa Benitez ha vinto due trofei, Supercoppa italiana e coppa del mondo per club. Nella lunga e intensa esperienza a Napoli (ottobre 2009-maggio 2013) Walter Mazzarri ha conquistato la coppa Italia. I tifosi nerazzurri hanno cancellato dai loro ricordi il madrileno, quelli azzurri non vi riescono, perché sul livornese che riportò la squadra in Champions il dibattito si aprì appena interruppe il rapporto con De Laurentiis: fu tradimento o no? Benitez e Mazzarri si ritrovano stasera al Meazza e la sfida ha un senso molto più alto e interessante del confronto tradoppi ex. Perché il Napoli è impegnato nell’operazione di rilancio dopo un avvio stentatissimo, con la sconfitta nel playoff di Champions League contro l’Athletic Bilbao e il successivo contraccolpo in campionato. Perché l’Inter è reduce da pesanti sconfitte, zero punti e settegol incassati contro Cagliari e Fiorentina.

Benitez ha ritrovato il sorriso dopo le vittorie su Sassuolo, Slovan Bratislava e Torino e l’incontro con De Laurentiis, che gli ha rinnovato piena fiducia. Per la verità, il presidente è pronto a rinnovargli anche il contratto, ma lui riflette: ha deciso di aspettare l’inizio del 2015 per affrontare l'argomento, e non soltanto perché ci sono «sette partite in 21 giorni che possono dare la svolta alla stagione», come ha detto a Castelvolturno, dove ha risposto anche alle domande dei tifosi. Rafa vuole guardare dentro se stesso, perché pesa la lontananza dalla famiglia che vive a Liverpool, e valutare le strategie del club, dai piani tecnici ai progetti per creare finalmente attrezzate strutture. Il presente di Benitez è solido e d’altra parte De Laurentiis gli aveva dato sostegno anche dopo le sconfitte con Chievo e Udinese e il rocambolesco pari col Palermo

Il presente di Mazzarri è più incerto: ha ricevuto la fiducia del presidente Thohir e del direttore generale Fassone, che ha avuto un insignificante trascorso napoletano, ma sa che c’è una sola legge per conservare il posto ed è la leggede i risultati. Sono quelli che gli hanno consentito la scalata dall’Acireale al club che ha avuto come tecnici Herrera, Trapattoni e Mourinho. Sono quelli che mancano alla sua Inter e non soltanto alla sua. Da quando è andato via lo Special one, l’eroe del triplete 2010, questa squadra e questa società non hanno avuto più pace. È cambiato tutto, perfino il presidente, e Benitez non ritroverà nessuno dei vecchi giocatori di quattro anni fa. «D’altra parte, quindici di loro avevano trent’anni quando io arrivai». Non poteva mancare la stilettata a Moratti, che gli consegnò una squadra vecchia e logora e fornì i rinforzi a Leonardo, il successore di Rafa. Le motivazioni del Napoli sono altissime, i segnali colti da De Laurentiis nel blitz di mercoledì a Castelvolturno sono positivi. Tanta intensità nel lavoro quotidiano: venerdì Gargano si è fatto male (frattura dello zigomo destro, quattro settimane di stop) perché Mertens è intervenuto bruscamente in partitina, agonismo vero, altro che allenamento.

L’assenza del Mota, che ha saputo conquistare Benitez e poi riconquistare i tifosi che lo insultavano per aver dichiarato simpatie interiste, può incidere a centrocampo, dov’era stato ritrovato l’equilibrio grazie all’innesto dell’uruguaiano e dello spagnolo David Lopez, poco appariscente ma efficace. Per avvicinarsi al terzo posto, occupato dalla Samp dell’effervescente duo Ferrero-Mihajlovic, servono i gol del capitano Hamsik e del bomber Higuain. Da tempo sono a secco in campionato, lo slovacco dall’11 maggio e l’argentino dal 13 aprile. A San Siro si possono riaccendere queste due luci azzurre.