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Il Mattino – Inter e Napoli schierano quasi tutti calciatori di altri Paesi, è record…

Francesco Parrone

Il 14 settembre 1980, prima giornata della stagione 1980-1981, erano un manipolo: appena 11. In tutto. Erano state riaperte le frontiere egli stranieri in serie A (al massimo, per regolamento, uno per squadra) costituivano un gruppetto vagamente...

Il 14 settembre 1980, prima giornata della stagione 1980-1981, erano un manipolo: appena 11. In tutto. Erano state riaperte le frontiere egli stranieri in serie A (al massimo, per regolamento, uno per squadra) costituivano un gruppetto vagamente folkloristico, circondato dalla curiosità. Le stelle erano Falcao nella Roma, Bertoni nella Fiorentina, Brady nella Juventus, Krol nel Napoli, Prohaska nell’Inter. Oggi, 34 anni dopo, Andrea Ranocchia non è solo il difensore centrale dell’Inter: è l’unico italiano che questa sera sarà in campo in Inter-Napoli. È la serie A. Anche se non ci sembra. Un italiano su ventidue. Ranocchia l’unico, Andreolli e D’Ambrosio alla finestra e con qualche possibilità di iniziare dal primo minuto ma solo perché mancano altri.

Percentuali altissime, comunque, per l’Inter: bisogna sempre ricordare che persino nella vittoria della Championsnella finale di Madrid del 2010,non c’era un solo italiano nelle formazioni di partenza. Il fatto che ce ne siano adesso potenzialmente tre dall’inizio è dunque una piccola grande cosa. Di stranieri, l’Inter è sempre vissuta, fin dai tempi eroici delle partite giocate all’Arena, scarpe grosse così, baffi a manubrio. Nello statuto, i 43 fondatori riunitisi la sera del 9 marzo 1908 al ristorante l' Orologio, precisarono: la nuova società si chiama Inter, abbreviazione di Internazionale «perché vi giuocano persone di varia nazionalità». Nel 1910 arriva il primo scudetto, e sette sono gli stranieri schierati. Altri tempi. Il Napoli non ha lo stesso statuto dell’Inter. Ma è arrivata alla stessa conclusione: a San Siro, questa sera, con Insigne destinato alla panchina, ci saranno 11 stranieri su 11. Era già successo altre due volte: contro il Genoa e in casa del Torino. Non è la prima volta, ma fa sempre un certo effetto. Perché la sensazione è che il prossimo anno andrà persino peggio.

Il Napoli ha anche l’allenatore straniero, mentre l’Inter no ma per rimediare ha il presidente che arriva dall’Indonesia. È un fenomeno inarrestabile, figlio dei tempi della globalizzazione. Percentuale altissima per le abitudini nerazzurra: bisogna sempre ricordare che nelle due più grandi vittorie del 2010, la Champions League nella finale di Madrid e il Mondiale per club ad Abu Dhabi, non c'era un solo italiano nelle formazioni di partenza. Il fatto che ce ne siano quattro dall'inizio è dunque una piccola grande cosa. La squadra di Benitez, d’altronde, ha avuto in campo almeno due giocatori stranieri su undici. Conseguenza: sono appena due i gol italiani, entrambi di Insigne. Un solo italiano in campo ha quasi il sapore di essere un record. In Inter-Sassuolo del 9 febbraio scorso c’erano 11 stranieri contro zero. D’altronde guardi le rose è capisci che è difficile che possa andare diversamente: di italiani «italiani» l’Inter ne ha quattro sui 27 in organico; il Napoli 5 su 26.