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il Messaggero – Icardi e l’Inter pronti all’assalto. Dybala fuori? Marchisio favorito…

Francesco Parrone

La Juventus ospita l’Inter: è il primo scontro diretto per il vertice e una delicata verifica per le due squadre

Derby d’Italia e per l’ Italia, perché stasera tra Juventus (37 punti) e Inter (39) c’è molto di più della tradizionale rivalità in ballo. Allegri e Spalletti si giocano la vetta della classifica – aspettando il Napoli – e probabilmente anche una prima fetta di scudetto, una vittoria sarebbe fuga nerazzurra o ritorno prepotente bianconero. Icardi e compagni sono pronti a dare l’assalto allo Stadiumda imbattuti (unica sconfitta stagionale a metà luglio, in amichevole) e per la prima volta in testa alla classifica, l’unica vittoria nel fortino bianconero risale al 2012, poi solo sconfitte e un pareggio. Spalletti ha dato equilibrio ad una squadra in piena fiducia e matura, capace di vincere anche quando a inizio stagione non giocava bene, qualità da “grande”. E non a caso il nome dell’allenatore interista era in cima alla lista di gradimento della dirigenza juventina in caso di addio di Allegri, dopo Cardiff. Ora l’ Inter se lo tiene stretto, perché nessuno come lui negli ultimi anni è riuscito a mettere i giocatori in condizione di dare il 101%: i 16 gol di Icardi e i 7 di Perisic parlano da soli, così come il recupero di Santon, la crescita esponenziale di Skriniar e una qualità di gioco in questo momento superiore alla Juve.

GIORNI DI FUOCO - Ma mai dare per spacciati i bianconeri, abituati alle pressioni e ad esaltarsi nei momenti di difficoltà, decisi a chiudere 7 giorni di fuoco con la terza vittoria in altrettante partite, dopo due successi dal peso specifico enorme contro Napoli e Olympiacos. Ecco la differenza che questa sera potrebbe incidere non poco: la Champions. Energie fisiche e nervose, spese dalla Juve ad Atene, che invece l’ Inter ha potuto preservare esclusivamente in ottica Juve, con meno stress e giocatori più freschi. Una sfida tutta toscana in panchina, tra due scuole di pensiero che interpretano il calcio allo stesso modo, lontane da quella dell’altro toscano Sarri, anche se qualcuno rivede nell’ Inter di Spalletti la prima Juve di Conte. Un duello all’ultimo tango in campo tra Icardi e Higuain che affilano i tacchetti anche per conquistarsi una maglia in Russia con l’Argentina. Nessuno meglio di Mauro (3 reti) allo Stadium, bestia nera con 7 gol in carriera ai bianconeri, mentre il Pipitain campionato ha cambiato marcia, con 5 reti nelle ultime 5 gare giocate.

SENZA LA JOYA, C’É MARCHISIO -Dybala, invece, ora sembra in possesso di una palla medica e rischia concretamente una clamorosa panchina. «Qualcuno riposerà, abbiamo bisogno di energie fresche. Devo decidere se giocare con due, tre o quattro attaccanti. Dybala è il giocatore più tecnico che abbiamo, deve lavorare per fare le cose che sa fare». Fuori Buffon, per il resto Allegri sta pensando ad un centrocampo a tre con Marchisio, Pjanic, Matuidi nel 4-3-2-1 che vede Cuadrado e Mandzukic alle spalle di Higuain. «Juve-Inter è una sfida scudetto, ma ancora non decisiva per il campionato – prosegue Allegri -. La vittoria a Napoli è stato un passettino in avanti, Spalletti è il valore aggiunto dell’Inter». Stima e affetto reciproci: «Alla Juve al massimo toglierei Allegri – dice Spalletti, deciso a confermare il 4-2-3-1 con Vecino e Gagliardini a centrocampo, Candreva, Borja Valero e Perisic alle spalle di Icardi - Ora abbiamo una precisa identità, andiamo a Torino per vincere».

(Fonte: Alberto Mauro, Salvatore Riggio, il Messaggero 9/12/17)