Qualcosa si è rotto negli ingranaggi dell'Inter che girava a mille nella prima parte di stagione. Ora i fari vengono puntati su Roberto Mancini e La Stampa commenta: «Pesa la scelta di Mancini di aver voluto un attaccante (Eder) invece che un centrocampista (l’arrivo di Banega a giugno ha precluso ogni possibilità); fa riflettere l’atteggiamento tattico (mettersi a specchio con l’avversario significa non osare); viene spontaneo chiedersi perché Melo e Kondogbia sono stati sempre impiegati fuori ruolo, mentre diventa un tema nazionale il mistero degli slavi: perché Jovetic non gioca più e perché Ljajic è diventato una seconda scelta? L’impressione è che, d’accordo con la società, sia stato già deciso di eliminarli dal progetto futuro. Ad oggi la scelta di rendere l’Inter «mancinicentrica» si è trasformata in un boomerang, perché il tecnico sembra «consumato» al punto da non riuscire a dare alla squadra l’input necessario per «divorare» le partite. Il confronto con la Juventus è stato devastante: mentre Allegri al 90’ urlava come un matto, Mancini era ripiegato su se stesso con lo sguardo perso nel vuoto. Uno juventino a fine partita ha raccontato a un interista un piccolo segreto».
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IL PROGETTO “MANCINICENTRICO” AL MOMENTO NON PAGA. IL MISTERO DEGLI SLAVI…
Qualcosa si è rotto negli ingranaggi dell’Inter che girava a mille nella prima parte di stagione. Ora i fari vengono puntati su Roberto Mancini e La Stampa commenta: «Pesa la scelta di Mancini di aver voluto un attaccante (Eder) invece che...
(La Stampa)
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