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Il sogno di Roby Baggio: “Voglio lavorare con Leo, Javier e Pep Guardiola”

Eva A. Provenzano

‘Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica’, canta una nota canzone italiana. Il Roby Nazionale, che dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dal campo è passato alla dirigenza del...

'Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica', canta una nota canzone italiana. Il Roby Nazionale, che dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, dal campo è passato alla dirigenza del settore tecnico della Federcalcio. In una relazione di lavoro ha già scritto quali sono le modifiche che lui apporterebbe al calcio, dalle scuole allenatori fino alla formazione dei giovani, tra esperienza e filosofia: "Dare spazio al talento. Oggi l'Italia fatica a gestire i propri talenti, come dimostrano i casi di Cassano e Balotelli: io non voglio giudicarli, ma dico solo che il talento non basta, dobbiamo trasmettere entusiasmo e consapevolezza, dobbiamo insegnare ai giovani a emozionarsi e anche a chiedere scusa", spiega l'ex fantasista che ha giocato anche in nerazzurro.

In un'intervista a 'GQ'  Roby ha anche parlato dei suoi sogni. Uno l'ha sfiorato: "Sognavo di battere il Brasile in una finale della Coppa del Mondo fino al bambino. Non ci sono riuscito nel ’94, nella maniera peggiore, ai rigori, ma non ho mai abbandonato quel sogno. Magari un giorno lo realizzerò da allenatore, mai dire mai", confessa.

Baggio esprime anche un altro desiderio: "Vorrei lavorare con Leonardo, Guardiola e Javier Zanetti: le tre persone che stimo di più nel mondo del calcio", conclude il dirigente.

Un sogno che, con un po' di immaginario, potrebbe portare con sè uno scenario futuro tutto nerazzurro.