- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
«A Livorno c'e' calore, tifo ed entusiasmo, conosco le motivazioni che hanno quando arriva una squadra come la nostra». Bene, ripartiamo da qui, dalle parole di Walter Mazzarri pronunciate ieri in conferenza stampa. Ripartiamo dal calore, dal tifo, dalle motivazioni. Dimostriamo che Mazzarri ha ragione. Giochiamoci in 12 questo Livorno-Inter, come fosse la partita della vita, poi si tireranno le somme. Di certo un Livorno molle è destinato ad essere vittima predestinata. In queste sfide, se vuoi stare in partita, devi dare l’anima. E qualcosa in più. Combattere andando oltre schemi, moduli e diagonali. Concetto questo che Di Carlo ha ripetuto non una ma cento volte in questi giorni ai suoi uomini. Il tecnico se la giocherà col 3-5-2, modulo a specchio. Rispetto a Bergamo ritroverà Mesbah sulla fascia sinistra e Emerson al centro della difesa, due rientri fondamentali. Soprattutto Mesbah in questo momento è insostituibile. Tantopiù contro l’Inter, avversario che tiene i due esterni Jonathan e Nagatomo sempre molto alti. Per Mesbah e Mbaye sarà una partita di fatica ma è fondamentale che riescano a stare alti, che riescano a spingere, altrimenti il baricentro del Livorno si abbasserebbe troppo. E in certi casi, prima o poi il gol arriva.
In attacco Paulinho è il punto fermo, Belfodil il giocatore favorito nelle scelte di Di Carlo. L’algerino però dovrà fare movimento, cercare l’uno-due, puntare i difensori dell’Inter: perché il solo Juan Jesus ha scatto e velocità, mentre Ranocchia e Rolando potrebbero soffrire le accelerazioni in uno contro uno. Grande solidità servirà in mezzo al campo dove l’Inter ha molta qualità in più. Sia che giochi Alvarez, sia che giochi Hernanes. Soprattutto il Livorno potrebbe soffrire sulle accelerazioni di Guarin, giocatore con caratteristiche indigeste per noi. Un lavoro di sacrificio supplementare servirà da Benassi e Greco, chiamati a fare la doppia fase. Quanto alla difesa amaranto, sarà essenziale evitare quegli errorini, erroretti, che in partite come queste paghi sempre a caro prezzo. Avanti Livorno, provaci. Anche perché i tonfi di Bologna, Chievo e Sassuolo hanno confermato che basta un minimo di continuità. E allora “non un passo indietro”, come ieri Di Carlo ha ripetuto 4 volte in conferenza stampa. Non casualmente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA