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ilGiornale – All’Inter sindrome di Maradona. Troppi argentini, già  infortunati…

Giovani, forti, talentuosi ma soprattutto argentini. Hanno cognomi molto italiani, ma non arrivano né da Trieste, né da Pantelleria. Le origini sono sudamericane, la terra natia è l’Argentina. La nuova Inter nasce all’insegna...

Francesco Parrone

Giovani, forti, talentuosi ma soprattutto argentini. Hanno cognomi molto italiani, ma non arrivano né da Trieste, né da Pantelleria. Le origini sono sudamericane, la terra natia è l'Argentina. La nuova Inter nasce all'insegna del talento e dei prezzi contenuti, ma con il passato ha un tratto in comune ben preciso: la "sindrome" per il paese di Diego Armando Maradona.

Ritrovarsi a San Siro e sentire riecheggiare forte e chiaro l'inno argentino, con la canonica «C'è solo l'Inter» a far solo da sfondo, non sembra una possibilità così remota. Improbabile che possa davvero capitare, ma a conti fatti coloro che vanno in campo a San Siro quando gioca l'Inter difficilmente sono a conoscenza delle parole dell'inno italiano; più facile che conoscano quelle dell'Himno Nacional Argentino, creato nel 1813 dallo scrittore e politico Vicente López y Planes.

I nomi dei nuovi acquisti sono risaputi: oltre a Laxalt (uruguaiano) e Andreolli (italiano), gli altri giocatori già fermati da Marco Branca per la prossima stagione sono Ruben Botta, Mauro Icardi, Gino Peruzzi e Hugo Campagnaro. E guarda caso sono tutti argentini. In lista d’attesa ci sono anche el PapuGomez e Di Maria del Real. Che la formazione nerazzurra abbia una predilezione per i calciatori argentini è risaputo.

Ad oggi sono ben nove quelli nella rosa della prima squadra. Nel recente passato gli acquisti di SamuelMilito e Cambiasso, solo per citarne tre, hanno contribuito alla rinascita dell'Inter. Altri, invece, non stanno di certo brillando (vedi Alvarez). Acquistareun argentino, dunque, non sempre è sinonimo di grande calciatore: gli ultimi ingaggiati dall'Inter sono stati infatti Juan Pablo Carrizo (il terzo portiere) ed Ezequiel Schelotto, due che di certo non hanno fatto fare il salto di qualità ai nerazzurri.

In casa Inter sperano che CampagnaroIcardi e Botta possano dare nuova linfa ad una squadra che ad oggi boccheggia.Su Gino Peruzzi, invece, ci sono le referenze addirittura di Zanetti («Ricorda me quando cominciai a giocare»), cosa che fa decisamente ben sperare. Gino è il cugino di Angelo Peruzzi, 43anni, ex portiere di Roma, VeronaJuve, Inter e Lazio,ma è comunque di nazionalità argentina. 

A voler essere proprio cattivi, però, balza all'occhio un altro dato clamoroso: di tutti gli argentini a disposizione di Andrea Stramaccioni, solo Alvarez, Cambiasso e Schelotto sono disponibili; gli altri sono tutti ko per infortuni vari. E tra inuovi acquisti le cose non vanno di certo meglio: Campagnaro è fermo per un problema al ginocchio, Botta si è rotto ilegamenti crociati del menisco esternodel ginocchio sinistro e starà fermo sei mesi.L’Inter dovrà decidere se confermarel’ingaggio. A parte questo, la domanda sorge spontanea: con l'arrivo di Icardi, Botta, Campagnaro e Peruzzi gli argentini all'Inter diventeranno tredici. Numero portafortuna. Ma non sono un po' troppi?