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ilGiornale: “Con questa Inter Icardi non è un problema. Calleri piace ma ce n’è bisogno?…”

Quando manca molto all’arrivo andare in fuga e prendere vento non sempre è la mossa migliore, ma questo è calcio, non è ciclismo. La squadra che gioca male adesso è davanti con una serie di primati, proprio mentre il campionato s’impenna...

Francesco Parrone

Quando manca molto all’arrivo andare in fuga e prendere vento non sempre è la mossa migliore, ma questo è calcio, non è ciclismo. La squadra che gioca male adesso è davanti con una serie di primati, proprio mentre il campionato s’impenna e scala il ranking Uefa. Si alza l’asticella della serie A e l’Inter è la meno perforata in casa e in trasferta, dentro e fuori ha vinto più partite di tutte e ha tredici punti in più rispetto alla stagione scorsa, maggior incremento delle venti in classifica. E c’è dell’altro, Icardi non è un problema: «Sarà il nostro cannoniere - ha assicurato Mancini -, alla fine farà venti reti. Ma a volte si è titolari, altre si deve partire dalla panchina». Per ribadire che l’atmosfera che si percepisce stando fuori dalle mura di Appiano non si confà con quella di chi ci vive all’interno. Però il momento di Maurito non è dei migliori, ci finisce in mezzo anche quando non gioca, tipo sabato sera quando si è visto puntare una pistola in faccia dopo essere rimasto 90’ in panchina con il Genoa. In settimana era fra i titolari nelle prove generali e questa sera a Udine potrebbe partire dal primo minuto, ma questo Mancini non l’ha detto. Dall’altra parte troverà Di Natale che ha minacciato di smettere già quest’anno ma ha trovato un fronte deciso nel presidente Pozzo: «Mi auguro che continui anche la prossima stagione. Lo vedo e non mi sembra un giocatore vuoto». 

Colantuono lo ha provato mercoledì nella sfida contro la squadra Primavera e nell’ambiente si dice che punti tutto su di lui per fermare la capolista. Ma l’Inter è su di giri e Mancini ha distribuito una sferzata di ottimismo per la prossima sessione di mercato: «Se le cose continuano così a gennaio non si deve cambiare niente. Guarin è un calciatore importante che non abbiamo intenzione di cedere così come Ljajic e Telles, li vogliamo tenere tutti. Brozovic diventerà forse uno dei più forti centrocampisti, è giovane e sta crescendo. Non voglio muovere niente a meno che qualcuno non chieda di andare via». La voce che gira sulle offerte a Guarin è stata sdoganata come le scontate interferenze al suo primato che la capolista deve sopportare. Mancini fermo durante un mercato farebbe notizia. Nessuno vuole lasciare proprio ora, anche Ranocchia ha ribadito le sue intenzioni, ma gioca in un’azienda in cui nessuno è titolare, tutti sono riserve e se arriva l’offerta anche non troppo indecente, si tratta: «Il centravanti argentino del Boca Juniors Calleri è un buon giocatore - ha confessato Mancini -, è giovane, di qualità. Non so se potrà venire ma lo stiamo seguendo da tempo». 

Al Boca lo danno per già fatto, l’Inter in tal caso sarebbe costretta a cedere qualcosa. Ma non è davanti che si sente l’esigenza di portare a casa qualcosa. Ne ha parlato anche Colantuono: «Pochi punti deboli e grande talento in attacco, questa è l’Inter». Anche se è costretta a giocare in dieci, un espediente, ha commentato il presidente Thohir, appannaggio della classe arbitrale per mantenere le partite divertenti. Una lettura abbastanza eloquente del clima che si respira nel club.