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ilGiornale – Conte e Mazzarri divisi da tutto uniti dal modulo

Francesco Parrone

Un derby d’Italia da manifesto del calcio italiano. Non per questioni di classifica, visti i ventitré punti che separano la capolista Juventus dall’Inter, ma per concetti tattici. Infatti la sfida di domani sera sintetizza la filosofia del...

Un derby d’Italia da manifesto del calcio italiano. Non per questioni di classifica, visti i ventitré punti che separano la capolista Juventus dall’Inter, ma per concetti tattici. Infatti la sfida di domani sera sintetizza la filosofia del calcio italiano: la difesa a tre e terzini d’attacco. Un dogma per Conte, marchio dei due scudetti vinti, e per Mazzarri, che l’ha adottata fin dai primi passi in panchina. I tre “centrali” li usa Montella alla Fiorentina e Reja li ha subito riproposti appena tornato alla Lazio. E anche Prandelli lo considera un rifugio sicuro per la sua nazionale. E così questo campionato è teatro di uno scontro culturale. Perché considerando le sette grandi, emerge un contrasto netto: i quattro allenatori italiani, come detto, giocano con la linea difensiva a tre, all’opposto degli stranieri. La Roma di Garcia, il Napoli di Benitez e il Milan di Seedorf schierano a quattro la loro difesa e mettono le ali all’attacco, quelle che l’olandese appena sbarcato a Milanello ha chiesto a Galliani.

Dunque Italia contro Europa. I risultati, classifica alla mano, sono alterni e quindi è impossibile stabilire da che parte stia la ragione. Perché molto alla fine dipende dall’atteggiamento. Lo ripetono a ogni occasione buona sia Conte che Mazzarri. L’allenatore dei campioni d’Italia spesso quando si parla di moduli sottolinea: «Ma quale 3-5-2, guardate dove giocano gli esterni...». E sulla diatriba una o due punte il tecnico nerazzurro alla fine è intervenuto a piedi uniti: «Con una punta fino al derby avevamo il miglior attacco del torneo... Non conta il numero degli attaccanti, ma la mentalità offensiva». E così sogna l’impresa nel fortino bianconero dove la Juventus in questa stagione ha sempre vinto in campionato con un filotto di dieci vittorie consecutive e la bellezza di 30 gol fatti. Juventus in ottima compagnia perché in Europa solo Barcellona, Bayern, Olympiakos e Manchester City finora hanno sempre vinto in casa: comandano tutte i rispettivi campionati.

Mazzarri sogna di ripetere lo sgambetto alla Signora che riuscì al suo predecessore Andrea Stramaccioni. Quella era l’Inter definita da Marotta della «spensieratezza tattica», con Milito-Cassano-Palacio, e riuscì a violare l’imbattibilità dello Juventus Stadium. Ora i nerazzurri vogliono essere i primi a prendere punti a Torino contro i bianconeri in questa stagione. L’allenatore toscano potrebbe scegliere un’altra via rispetto alla StramaInter: una sola punta. Dall’altra parte Juve dei titolarissimi, escluso lo squalificato Buffon. Ma sarà soprattutto una sfida tattica, Conte contro Mazzarri. Due che non si sono mai amati. Il bianconero oggi resterà ancora in silenzio, Mazzarri nel suo libro lo ha punzecchiato: «È meglio delle sue parole». Ieri ha incontrato il presidente Thohir, salito alla Pinetina per dare la carica prima di volare questa mattina a Giacarta. Ribatezzata da Andrea Agnelli con il celebre tweet Giacartone. E a proposito di Calciopoli, domani sera in tribuna ci sarà anche Luciano Moggi, l’ultima volta risale al febbraio 2006. Pochi mesi e niente fu come prima tra Juve e Inter. Storia infinita arricchita dall’affaire Vucinic-Guarin. Domani sera il prossimo capitolo.