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Che l'Inter giochi male, anzi peggio, è assodato. Basta ascoltare i suoi inviti per i tifosi, alle prese con una squadra inconcludente in attacco e vulnerabile in difesa. Se Nagatomo è il miglior cannoniere dopo Palacio e Handanovic, lontano parente del miglior Julio Cesar, prende gol in continuazione, qualcosa non funziona. Nelle ultime 7 giornate la squadra nerazzurra ha battuto solo il Milan, per il resto 4 pareggi e 2 sconfitte. I numeri sono miseri. Ma è preoccupante anche il comportamento degli arbitri che alla Beneamata ne hanno combinate di tutti i colori in questo girone d'andata. Mazzarri sbaglia a trincerarsi dietro gli errori di fischietti esodali, ma non ha torto quando si chiede il perché di certe decisioni. Andiamo allora a rivedere gli episodi più scabrosi sui quali Nicchi e Braschi dovrebbero meditare prima di raccontarci la storiella che tutto va bene, madama la marchesa.
Il primo sgarbo si materializza nel big-match con la Juventus quando l'arbitro Orsato, poco dopo la mezz'ora del primo tempo, non espelle Lichtsteiner, già ammonito, per un duro fallo su Taider. Ci pensa Conte a lasciare lo svizzero negli spogliatoi durante l'intervallo. Copione già visto l'anno prima nella partita disputata a Torino: stesso interprete, diverso l'arbitro, era Tagliavento. Guarda caso proprio il fischietto di Terni, male assistito da Guida, il collega situato dietro la porta, agevola il successo della Roma allo stadio Meazza punendo con il rigore un fallo di Pereira su Gervinho avvenuto poco fuori area.
C'è ancora il segno della scivolata sul terreno... Nel turno successivo, passato alla storia per il record degli 11 rigori, all'Inter non ne viene concesso neanche uno all'Olimpico di Torino contro i granata. Ce n'erano invece due nel giro di 100 secondi: plateale cintura di Pasquale a Rolando davanti all'arbitro Doveri, trattenuta di D'Ambrosio ai danni di Taider vicino alla linea di porta. Il silenzio è assordante. Giusta invece l'espulsione di Handanovic così come la punizione (calcio di Wallace a Immobile) che porta il Torino sul 3-3. Rizzoli fa pari e patta a Bergamo: mani di Rolando, fallo su Icardi. A Bologna invece Banti dà una manina all'Inter evitando di punire Taider con il secondo giallo per un fallo tattico su Diamanti. E rieccoci a Tagliavento che a Napoli lascia l'Inter in 10 mostrando per due volte il giallo ad Alvarez in modo oggettivamente severo.
Ma al San Paolo c'era poco da fare contro un avversario di gran lunga superiore. E arriviamo ai rigori che mancano al conto dell'Inter. Clamoroso quello negato nel derby per l'entrata di Zapata su Palacio sullo 0-0: Mazzoleni non vede, Banti pure. Per loro fortuna Palacio mette le cose a posto a tre dal 90’. Ma la svista resta gravissima. Nel turno successivo passa in cavalleria (vero Damato?) una trattenuta di Dias alla mano di Rolando che poteva permettere all'Inter di pareggiare con la Lazio. Il copione non cambia in coppa Italia dove Domizzi s'aggrappa a Milito senza che venga punito. E i nerazzurri escono dalla coppetta. L'ultimo atto di questa saga si compie l'altra sera a San Siro quando l'arbitro Tommasi annulla il buonissimo raddoppio di Nagatomo (sarebbe stato il 2-1 al Chievo) per colpa dell'assistente Giachero e, proprio all'ultimo secondo, non si accorge della pedata rifilata da Cesar al piede di Botta.
Fateci caso. L'Inter è stata maltrattata dagli arbitri in tutti gli incontri con le grandi: prima la Juventus, poi la Roma e il Milan, infine il Napoli. Questa è la realtà rivisitata alla moviola, ma evidente nella gran parte dei casi anche in diretta e a velocità reale. Sarebbe tuttavia sbagliato, e anche intellettualmente disonesto, aggiungere che l'Inter è così indietro" solo" per colpa degli arbitri. La coperta è corta in ogni senso.
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