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C’è l’Inter, una delle tappe dolomitiche di questa corsa verso lo scudetto o, più realisticamente, verso un posto in Champions e Rudi Garcia esterna subito positività, elencando i nomi che stanno uscendo dall’infermeria giallorossa. «Torosidis sta bene, Pjanic pure, Gervinho perfettamente, Florenzi sarà tra i convocati», la lista snocciolata dal tecnico della Roma. Segno che l’emergenza sembra rientrata e che, a fianco dei lungo degenti Dodò e Balzaretti, restano Maicon e Totti. Assenze pesanti, ma previste, con il capitano che scalda i motori per la partitissima di Napoli del 9 marzo. Se la società sta muovendo i suoi passi per un futuro sempre più roseo (il rinnovo del contratto al ds Sabatini fino al 2017, i progressi sul progetto stadio che dovrebbe finalmente vedere la luce a fine marzo, l’aumento di capitale), ora tocca alla squadra. Chiamata a chiudere l’annata con il ritorno in Europa dalla porta principale. Garcia pensa dunque al campo: «Non dover guardare in tv le coppe europee il prossimo anno è un obiettivo forte per noi». Obiettivo tutto sommato vicino, eppure contro l’Inter il condottiero di Nemours sa di non poter abbassare la guardia: «Gara difficile, ma importante come era Bologna o come lo sarà Napoli. Faremo in modo di vincere anche se l’Inter è una buona squadra. Mazzarri ha ottenuto sempre buoni risultati e fa giocare in modo efficace la sua squadra. Nagatomo e Jonathan sono giocatori che diventano quasi esterni d’attacco, ma i nerazzurri dietro difendono a 5, così hanno dei vantaggi, ma anche svantaggi. E noi dobbiamo fare in modo che il loro modo di giocare non ci crei troppi danni. Quello che conta di più dunque è il gioco della Roma, che sia un attacco manovrato o un contropiede. Se metteremo in campo tutto quello che sappiamo fare avremo la possibilità di prendere i 3 punti».
In settimana, più che la sfida in sè, hanno tenuto banco le polemiche arbitrali dopo il derby di Torino e la stangata alla Fiorentina e il no definitivo alla riapertura delle curve e dei distinti Sud. «L’Olimpico mezzo vuoto non mi piace, noi dovremo giocare come contro la Samp e i tifosi dovranno adeguarsi alle regole fino al termine della stagione. Ma è tutta la settimana che sento parlare di curve chiuse e arbitri, in futuro spero si parli più del campo, di grandi giocatori, ditattica. Questo mi aspetto da un grande movimento come quello italiano». Eppure quando si nomina la moviola in campo, fattore che a Garcia sta a cuore dai tempi del Lille, nel discorso entra volentieri: «Nel ventunesimo secolo possiamo aiutare di più gli arbitri, almeno a sapere se la palla ha passato la linea o a vedere se il fallo è fuori o dentro l’area. La Fifa ha fatto dei test, vediamo se andremo avanti così: un gol in più o in meno può cambiare una partita, la classifica e forse il traguardo a fine stagione. Conte dice che gli arbitri italiani sono i migliori al mondo? Ognuno ha la sua opinione». In attesa dello stadio di proprietà («gli americani hanno capito quanto sia importante averne uno proprio per essere in futuro un grande club europeo, all’Olimpico c’è il rugby, ci sono i concerti, non è adibito solo al calcio», sottolinea Garcia) il presente è la sfida con l’Inter. Ljajic sostituirà Florenzi, Torosidis e Romagnoli saranno confermati esterni di difesa, unico ballottaggio a centrocampo tra l’acciaccato Pjanic e Nainggolan.
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