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Lo disegnano come una persona mite, calma, un professionista doc, uno che di gavetta ne ha fatta. Ma Gian Piero Gasperini – almeno secondo la versione de ‘Il Giornale’ – è anche tanto altro.
Massimiliano Lussana, che firma l’articolo pubblicato dal quotidiano milanese, parla di lui come di un personaggio da fumetto: “E - così come nel calcio «Gasp!» gioca sempre all’attacco, ma appena affronta un fuoriclasse gli mette addosso due o tre marcatori con licenza di uccidere - nella vita è di una mitezza verbale assoluta che però ben nasconde un carattere fumantino. E, allo stesso modo, nelle sue esternazioni è un’acqua cheta capace però di usare il sarcasmo come un’arma letale”.
Impossibile leggere queste parole senza pensare a Josè Mourinho. Pare proprio che lo Special One apprezzi molto quello che tra poche ore potrebbe diventare il nuovo allenatore dell’Inter. Di lui disse: “E’ il collega che più mi ha messo in difficoltà. Io cambiavo, lui si adattava in continuazione”. La partita contro di lui finì zero a zero.
Il Giornale descrive Gasperini come uno tosto, ‘talmente convinto delle sue idee da dedicare intere conferenze stampa all’attacco di uno o due giornalisti’. E anche questo è un punto in comune con Mou.
Niente di male fin qui, ma poi – per il giornale – Gasperini è anche quello che brucia i giocatori ‘come le teste di un fiammifero’. E giù con l’elenco. “Di Vaio usato sulla fascia grida ancora vendetta, la scelta di ritenere ‘non indispensabile’ per il Genoa dello scorso anno Boateng fa parte della categoria dei misteri, il numero di punte che il ‘Gasp!’ ha fatto fuori o che si sono fatte fuori è lunghissima: dallo stesso Di Vaio a Acquafresca, da Floccari a Crespo, passando in fondo anche per Luca Toni”, si legge nello stesso articolo.
Ci sarebbe da allarmarsi se non ci fossero anche i vari Borriello, Milito e Thiago Motta a mettere in equilibrio la bilancia: “Li ha fatti rendere al massimo, li ha recuperati”, scrive Lussana.
Insomma un altro mister 'odi et amo'. E l’Inter non può che sperare che finisca con il ‘vissero felici e contenti’ come è successo con l’ultimo personaggio da fumetto passato sulla panchina nerazzurra.
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