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La Milano nerazzurra ai piedi del re di Roma. Francesco Totti travolge letteralmente l’Inter. I due gol per assurdo diventano il corollario nella prestazione gigantesca del capitano giallorosso. Perché impressiona per quanto corre, perché è il primo a guidare il pressing, lotta e mostra i muscoli, aiuta in difesa. Le prende e le dà. Viene quasi da dire: mai visto un Totti così, forse solo nella Roma “scudetto”. Finora si era messo al servizio della squadra, solo una rete segnata. Invece ieri si è preso la scena diventando l’emblema della cura Garcia: un giocatore rigenerato nel fisico e nelle motivazioni a 37 anni. Il tecnico gli ha ritagliato il ruolo di falso nove, quello che solo i grandi possono ricoprire. Come Messi nel Barcellona di Guardiola. E così il crepuscolo può aspettare: è come se si volesse regalare una terza, quarta, quinta, vita professionale. Adesso la sua candidatura nella spedizione azzurra ai Mondiali di Brasile diventa inevitabile. Prandelli non gli ha mai chiuso definitivamente le porte: «Totti? Tutti possono sperare». A maggior ragione il capitano di una Roma formato scudetto. Trascinatore e ispiratore. I gol sono la naturale conseguenza. Perfetto il destro dal limite, perfetto il rigore tutto di rabbia. Sigilli numero 229 e numero 230 in campionato che portano il totale in carriera a quota 300, nazionali comprese. In più lo zampino nell’avviare dalla difesa l’azione del gol che chiude la gara. Il re di Roma issa la sua bandiera giallorossa alla Scala del Calcio. Sono quindici i centri all’ombra della Madonnina: equamente divisitra Inter e Milan (sette) più la ciliegina firmata in Nazionale. Uno stadio che è come una seconda casa in cui ha alzato anche due trofei nel 2007 la Coppa Italia e la Supercoppa italiana.
Sul prato del Meazza ha realizzato uno dei suoi gol più belli: il cucchiaio da fuori area a Julio Cesar nel 2005. Ma possono avere un peso specifico ineguagliabile le due prodezze di ieri che portano a dodici quelle in carriera all’Inter: non tanto perché firmano la settima meraviglia, soprattutto perché candidano definitivamente la Roma allo scudetto. Dalla tragica Coppa Italia persa contro la Lazio al sogno tricolore. Il capolavoro di Garcia con la firma di Totti. Che chiude con una capriola di gioia, nonostante un dolorino muscolare, davanti ai suoi tifosi: «Sette vittorie di fila: di questo passo possiamo fare di tutto».
Sorpreso anche lui: «Siamo messi bene in campo. La testa è libera e ci riesce tutto». Non pone limiti: «Scudetto? Adesso si può dire tutto,ma il nostro obiettivo è la Champions». Umile fino in fondo: «Non sta a me giudicare se sono una leggenda».
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