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ilGiornale – Inter pronta a tutto. Mazzarri la nasconde e si dà  al catenaccio…

Se, davvero, ogni squadra fosse lo specchio del suo allenatore, stasera andrebbe in campo un’Inter catenacciaria. Forse stremato dalle numerose interviste sostenute in settimana per presentare la sua autobiografia, ieri Mazzarri si è chiuso in...

Francesco Parrone

Se, davvero, ogni squadra fosse lo specchio del suo allenatore, stasera andrebbe in campo un’Inter catenacciaria. Forse stremato dalle numerose interviste sostenute in settimana per presentare la sua autobiografia, ieri Mazzarri si è chiuso in un clinch (termine pugilistico, non un’offesa nel caso qualcuno equivochi) ossessivo per nascondere tutto: tensioni e paure, tattica e strategia, verità e bugie. Ad ogni domanda, repliche vaghe, dissolvenze, fuga dal cuore del problema. Mazzarri impaurito dal potere della parola e fors’anche della Juve. Quasi più dei suoi giocatori. Inter pronta a tutto, ha sintetizzato il tecnico. Quindi anche a perdere. Perché il vincere deve stare nel Dna. «Nel calcio non contano i proclami, conta piuttosto vincere. Ma io sono diverso: io guardo la prestazione, lavoro su quello».  Poi che Guarin sia rimasto fuori della lista dei convocati è casuale: «Non poteva essere concentrato». Invece Hernanes, che evidentemente deve essere più forte caratterialmente, è stato aggregato alla compagnia, peccato non possa giocare per problemi di burocrazia bancaria. «Ma in futuro potrà essere centrocampista avanzato o centromediano metodista, col Brasile gioca da mediano, è eclettico, universale, sa calciare da fuori area. In casa ci può dare una mano a scardinare le difese avversarie». Chiaro che il tipo gli piace, quasi da lanciarlo nei sogni. Così è se vi pare. E bando alle stranezze. Non c’è Guarin che resterà all’Inter (chissà quanto ben accetto dai senatori), ma ci sarà Ranocchia pronto a partire domani per la Turchia. Ci sarà pure D’Ambrosio, che potrebbe giocare una parte del derby personale. È un’Inter comunque work in progress. Moratti ieri si è defilato, Thohir è passato il giorno prima a salutare la squadra, dimostrando che gli interessano più gli affari che partite e fatti tecnici. Ieri ha lasciato un messaggio pubblico, un brodino senza sale, ma ha consegnato a Mazzarri un’Inter a doppio taglio: ora che si è svenato spendendo 20 milioni per accontentarlo (quell’altro voleva pure Vucinic) serviranno risultati, altrimenti anche il tecnico dovrà rispondere di errori ed omissioni.

E intanto Mazzarri ha usato il bromuro per calare un velo sulla vigilia di questo derby d’Italia che vorrebbe essere attrattivo per blasone, nome e rivalità, ma solo la guerriglia di mercato ha risvegliato. Il tecnico si è lasciato andare in elogi a giocatori e club avversario, quasi una controtendenza alla sua toscanità. Vidal? «Un campione cresciuto nel tempo, uno dei migliori a livello europeo e mondiale». Juve? «Parlano i risultati. Gioca bene, squadra completa, solo complimenti». Lo Juventus stadium? Quello poi… «Ha dato tanto alla squadra: i numeri vogliono dire qualcosa, qui la Juve ha perso pochissimo, quest’anno ha sempre vinto». Uno potrebbe chiedersi: e allora che ci andate a fare? Come tutti, l’Inter cerca il colpo gobbo. Mazzarri gioca di furbizia. Ha perfino accentuato la differenza, ricordando che l’Inter vittoriosa l’anno scorso a Torino era diversa (sottintendeva: più forte) e pure questa Juve è diversa (più forte). Oggi loro hanno Tevez e Llorente, sostiene, dimenticando che l’Inter ha scoperto in Palacio l’uomo più determinante di tutto il campionato (13 punti), al pari dello spagnolo (13) e di Vidal(19).C’è solo un guizzo di orgoglio in tutto questo svicolare mazzarriano ed è quando sostiene che l’Inter si trova meglio in grandi sfide e contro grandi squadre. E,allora, se tanto basta…