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ilGiornale – Mazzarri rivela un patto con la squadra. Andreolli e Osvaldo in campo…

Francesco Parrone

Torna Pazza Inter, è la prima in casa, il campo è rizollato e Mazzarri prima fa una rivelazione, poi si frattura il metacarpo della mano sinistra scendendo dalla scaletta di San Siro che porta agli spogliatoi. È scivolato, ma prima in...

Torna Pazza Inter, è la prima in casa, il campo è rizollato e Mazzarri prima fa una rivelazione, poi si frattura il metacarpo della mano sinistra scendendo dalla scaletta di San Siro che porta agli spogliatoi. È scivolato, ma prima in conferenza pre Sassuolo era stato molto glamour per un patto fra lui e la squadra. Subito dopo il mondiale e a mercato chiuso, colloqui a quattr’occhi che rimangono fra le mura e hanno cementato il gruppo: «Unito, forte, capace di dare semprel’anima. Non rivelo cosa ci siamo detti ma apprezzo che ognuno ne abbia sottolineato l’importanza». Non ci sono i particolari, ma si conoscono le finalità: «Sono concetti che ho espresso per tutta la passata stagione, ora sono più forti, è arrivato il momento di attuarli. La qualità c’è, vorrei che ci fossero anche aggressività e continuità. A Torino in fase offensiva qualcosa è mancato, volevo giocare con due punte ma non le avevo. Si può ma devono essere aggressive, inizia da loro un buon calcio, quando la palla ce l’hanno gli altri bisogna andare a prenderla, il mondiale questo ci ha insegnato. Qualcuno dice che sono un tecnico che non osa ma se saranno bravi anche a difendere per me non ci saranno problemi e potremo permetterci più giocatori offensivi, due punte con Kovacic e Hernanes».

Le promesse sono queste, una squadra che dà l’anima, un appunto che al momento esclude qualcuno: «Ho parlato con Guarin, gli ho detto di azzerare il passato, è come se fosse un nuovo acquisto, sa cosa voglio e sa cosa deve fare. L’ho trovato caricatissimo, gli ho detto che ha qualità incredibili ma contro il Sassuolo ho bisogno di giocatori che hanno altre caratteristiche. Non c’è fretta di mandarlo in campo subito, non è al meglio, va in panchina ma è pronto per entrare in qualsiasi momento». Dietro a Icardi ci sono Palacio o Osvaldo: «Palacio non gioca dalla finale del mondiale e non hai novanta minuti. Osvaldo mi sembra più avanti, insomma mi pare stia meglio». L’altro dubbio è su Medel: «L’ho voluto perchè è congeniale all’equilibrio della squadra ma non è tornato al meglio dal mondiale. Nè lui nè M’Vila sono al massimo». Fuori Vidic per squalifica, Ranocchia in mezzo con Andreolli a destra e Juan Jesus, non convocato Jonathan, ci sono Dodò, Nagatomo e D’Ambrosio per due posti da esterno: «Nel calcio finchè non la sblocchi, la partita non è bella a vedersi, e poi qui vengono per non prenderle». Ma c’è qualcuno da cui si aspetta un salto di qualità, la spinta finale per grandi traguardi? «Tutti possono migliorare, anche a 33 anni, ma è dai giovani che mi aspetto qualcosa in più, Juan Jesus, Dodò, Kovacic, Icardi, sono loro che hanno ampi margini di miglioramento». Poi si è fratturato il metacarpo dopo la rifinitura di San Siro per testare il nuovo manto.