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ilGiornale – Mazzarri vuole un’Inter anarchica. A fine stagione vuoterà  il sacco…

«Vorrei un’Inter più spregiudicata». Mazzarri si sta togliendo il gessato e si sta mettendo casual. In una stagione succedono tante cose, episodi, pali, rigori contro, cartellini rossi, infortuni, forse l’abilità di un tecnico è anche...

Francesco Parrone

«Vorrei un’Inter più spregiudicata». Mazzarri si sta togliendo il gessato e si sta mettendo casual. In una stagione succedono tante cose, episodi, pali, rigori contro, cartellini rossi, infortuni, forse l’abilità di un tecnico è anche quella di riuscire a passarci sopra se la sua idea è sostenuto da un senso. L’Inter a inizio campionato stava andando ben oltre le attese, poi è successo qualcosa. Dopo una gara finita non benissimo, Mazzari disse: «Ormai hanno capito come giochiamo, ci aspettano e raddoppiano sulle fasce». Era la conferenza che precedeva Inter-Trapani di coppa Italia, nella precedente di campionato l’Inter aveva pareggiato a Bologna 1-1, traversa di Guarin e traversa di Juan Jesus, 24 novembre. Cosa è cambiato in questi quattro mesi? Mazzarri ha ricordato che contro l’Udinese con l’ingresso di Alvarez la difesa è passata a quattro, ma più in generale ha parlato della sua nuova interpretazione delle gare che sta tentando di inculcare nelle teste dei suoi giocatori: «Meno tattici, ho chiesto questo, a volte siamo troppo attenti e quindi siamo meno spregiudicati». Via i guinzagli, nonmale. L’Inter fuori dagli schemi, meno prevedibile e più anarchica nelle idee e nel gioco, è la carta di Mazzarri dopo aver capito che qui occorre cambiare registro perché l’attuale è pieno di sottolineature rosse, contro l’Udinese ognuno al suo posto, tutti lenti e intenti a fare le astine sul quaderno, neanche un palo su cui recriminare, forse un rigore, poco.

Nella prossima l’Inter riceve sabato proprio il Bologna, poi Sampdoria e Parma fuori, il Napoli a San Siro, derby, Lazio, l’ultima a Verona contro il Chievo, classifica alla mano non ce n’è una semplice, il ciclo buono finisce oggi a Livorno e l’Inter se l’è giocato male. Intanto la sfida del Picchi con tanti nerazzurri in maglia amaranto: «Li seguiamo, non sono abbandonati, ma sapete che abbiamo già una rosa ampia e poi in campo ce ne vanno undici». Di Livorno conosce bene la piazza, tifo caldo, bollente quando arrivano certe squadre che passano per metropolitane e ricche. Qualcosa comunque ha in mente anche per quanto riguarda la formazione, è la terza gara in una settimana e qui non c’è l’abitudine, in Europa non è entrata e dalla coppa Italia è fuori dai primi di gennaio. Dovrebbe rientrare Rolando, Alvarez per Guarin o Hernanes, dubbio Nagatomo. Comunque, più in generale, non chiediamogli più nulla sul presente, Mazzarri non gradisce, e lo spiega: «Ci sono ancora 8 partite di campionato, 24 punti, certe domande fatemele a fine stagione. Allora risponderò a tutto e anche a qualcosa di più. Sono serio, non mi va di dare giudizi ora».

Si riferiva a tutto, giocatori da confermare, da riportare a casa, da visionare, e anche al suo contratto perché Thohir ha confermato che di questo aspetto quando si sono incontrati non si è parlato: «Ma neppure io ci penso. Io penso solo alla prossima partita, con il presidente c’è grande unità di vedute, lui è di stimolo a tutti anche se io so caricarmi da me». Ha detto che si sente pressione in giro e la avvertono anche i giocatori. Per Livorno 23 convocati, non c’è Campagnaro che ha risentito di un problemino al polpaccio, sabato allenamento sulla rapidità, ieri pomeriggio seduta tattica quindi esercitazione sulle palle inattive e fasi offensive. Questa mattina seduta di rifinitura