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IlGiornale – Podolski anonimo, Shaqiri non è Messi. Centrocampo senza playmaker…

L’Inter ha già forato. Gomma sgonfia e nessuno capace di rigonfiarla. La caccia al terzo posto si fa dura. L’Inter in trend positivo da cinque partite, ma solo perché non perde. Ci vorrebbe altro, molto altro. Lo ha ammesso anche Mancini:...

Alessandro De Felice

L’Inter ha già forato. Gomma sgonfia e nessuno capace di rigonfiarla. La caccia al terzo posto si fa dura. L’Inter in trend positivo da cinque partite, ma solo perché non perde. Ci vorrebbe altro, molto altro. Lo ha ammesso anche Mancini: «Noi siamo l’Inter e abbiamo fatto poco per vincere». Squadra stravagante pure nella formazione: Kovacic fuori e dentro Palacio trequartista può essere una soluzione, non la regola. Ha messo del suo pure la mano del tecnico che ha ripescato Ranocchia (evidentemente non lo ritiene un problema) e il capitan troppo buono (copyright del tecnico) ci ha rimesso il ginocchio: sospetta distorsione alla fine del primo tempo. Ma ieri erano tanti, anzi troppi, i giocatori da lasciare nello spogliatoio alla fine del primo tempo. Gruppo con poca personalità nonostante l’abbondanza di piedi buoni, fisicamente sempre in difficoltà anche se, con l’Empoli, ci sta. La gente di Sarri sa giocar bene e va a tutto ritmo: l’Inter conosceva le abitudini dell’avversario ma si è fatta prendere a sberle. Buon che non sia arrivato il gol che avrebbe crocefisso la sua partita. Prima volta che la squadra, con Mancini in panca, non va in gol ed è un campanello d’allarme. Difesa in eterna alternanza tra fare e disfare. Ancora una volta Handanovic migliore in campo serve a metter punto sull’assetto difensivo nerazzurro: centrocampisti che non aiutano a frenare gli avversari, difensori che si lasciano scappare sempre lo scarabocchio. Poi c’è Handanovic e i cuori si sentono più leggeri.

L’Empoli ha rischiato di andare in gol con Pucciarelli, indiavolato nella ripresa nel pescare gli errori di Vidic e Campagnaro, ma le mani di Handa dovevano sembrargli un muro. Il primo tempo nerazzurro è stato al limite dell’indecenza: parliamo di una squadra da terzo posto. L’Empoli ha preso subito in mano il gioco, aggiunto aggressività, dimenticato il sale del tiro in porta salvo Hysaj non mettesse piede nell’azione: due volte su due Handanovic se l’è vista brutta. Inter sonnolenta e molle nel cercar gioco e nel mostrare la faccia di chi vuol vincere. Hernanes ha passato un tempo in incognito. Si è rifatto nella ripresa quando ha servito il miglior assist per Palacio, che si è mangiato l’occasione più concreta dell’Inter: tuffo di testa e palla fuori. Podolski ha fatto l’anonimo tedesco. E che dire di Shaqiri? Ad un quarto d’ora dalla fine, Mancini ha dato il via alla vita nerazzurra dello svizzerotto bassotto e guizzante. Non è Messi e nemmeno Cristiano Ronaldo: inutile che il tifo nerazzurro se lo sogni così. Concesso il beneficio della difficoltà della partita, ha fatto la figura di un foglio di carta che vola nel vento: tanti ghiribizzi ma poca sostanza. Meglio rivederlo dall’inizio. I mali dell’Inter sono racchiusi in un centrocampo avventuroso nelle pensate, manca un play maker e si vede. Dall’altra parte bastava Valdifiori per marcare la differenza. Guarin si impegna nel ruolo, ma non possiede l’ispirazione e il lancio immediato. Medel è solo un cagnaccio calcistico da guardia.

I piedi buoni non hanno continuità. Kovacic è entrato ma era tardi. E non è detto che sia l’uomo che fa cambiare faccia alla squadra. I conti della partita dicono tutto: Inter più credibile all’inizio della ripresa: Vidic ha rischiato il gol, Palacio pure, poi più niente di sostanzioso. Icardi ha fatto il portoghese nel senso calcistico (ininfluente in attacco) e dello spettatore non pagante. Ma il voto peggiore va alla squadra, che non ha trovato modo di servirlo. L’Empoli, invece, si è affidato a Pucciarelli ed anche Zielinski per trovare la rete. Attimi di speranza, ma forse non è un caso che questo sia il quarto pareggio casalingo per 0-0. La diagnosi di Mancini è sottoscrivibile: «La squadra ha creato poco, è andata in difficoltà nel giocare la palla, tutti dobbiamo fare qualcosa di più. Aver coraggio di costruire le azioni e non buttare i palloni». Stavolta ha sbagliato anche lui. L’Inter ha forato, il pallone si è bucato,la classifica dice pollice verso.