- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
«Me li hanno riferiti perchè non capivo bene cosa dicessero. Mi dispiace tantissimo». Massimo Moratti si riferisce ai cori contro Balotelli di domenica sera a San Siro, costati 15mila euro di multa per espressioni di “discriminazione razziale nei confronti di un giocatore di altra società“. Qualcosa di molto originale che una minoranza ignorata e poco interessata alla partita ha deciso di strillare a metà primo tempo, poi durante i gol della giornata sul maxischermo,e ancora a pochi minuti dalla fine accompagnati da ululati. Ci sono dei tifosi interisti che ci hanno scritto come i vari Ronaldo,Baggio e Ibrahimovic, continuassero a deliziarli anche quando ormai indossavano un’altra livrea. Questa è gente che sugli spalti dovrebbe fare la differenza.
Come la fanno Balo e il Principe, a modo loro, gente che vive di lune. Nella stagione dello scudetto dei record, Aldo Serena non faceva in tempo a toccare la palla che la metteva dentro, vinse la classifica cannonieri con 22 reti davanti a Van Basten, Careca e Baggio, era il 1989.Giovanni Trapattoni era estasiato dai panzer ma a decidere la partita era sempre Serena. Domenica Balotelli ha segnato la sua terza rete in due partite,media da 57gol in campionato. Diego Milito è tornato al centro dell’attacco e l’Inter, quando segna lui, quest’anno vince sempre.
Non sono indizi da poco anche se domenica dopo un primo tempo malinconico, la maggioranza era per la loro sostituzione, uno vuoto, l’altro ingrippato, neppure un tiro in porta in due. Come Paolo Rossi al Mundial, se ci credi non bastano 45’ scialbi e li tieni in campo.Secondo tempo e decidono loro. Per Adriano Galliani ciò che rende unico Balotelli è la sua presenza scenica, intende lo spazio che prende nell’immaginario dei difensori e la capacità di riempire da solo l’area. Allegri ha tolto El Shaarawy che adesso è stato sbalzato al fianco, non ancora dietro, ma al momento vittima dello sbarco di Mario. In 180’ ha calciato una sola volta in porta mentre fino a ieri ha tenuto a galla la squadra da solo. Ma quello era il Milan di El Shaarawy, due partite e le gerarchie sono cambiate.
Questo è già il Milan di Balotelli, in cinque stagioni non è mai stato il Milan di Pato. L’altra vittima è Pazzini, praticamente tumulato nonostante le parole dovute del club. Come Ibra, Balotelli è il baricentro del progetto, con qualche anno inmenoe le medesime apprensioni. I figli di Raiola non hanno mai un futuro già tracciato, anche se Balo è più legato a una maglia che sognava davvero fin da piccolo. Giocatore vuoto e stanco, si è procurato il rigore, lo ha trasformato, ha sfiorato il raddoppio di testa e segnato in sforbiciata il 2-1 annullato per palla oltre la riga sul cross di Robinho. Ma il gesto è stato principesco, alta aristocrazia del calcio. Il Principe ne sa qualcosa, lui è uno che ha fatto fare il terzino a Samuel Eto’o. Quando Josè Mourinho decise di andare al Camp Nou per porre fine al potere del Barça c’era Diego Milito al centro dell’attacco. Quella stagione è finita con una doppietta al Bernabeu e nella stessa notte Diego si è lasciato andare. Moratti però non ha mai pensato di liberarsene.
È l’attaccante che sa proteggere la palla come nessun altro al mondo,una rapidità in area fulminea, una precisione estrema nel tiro,anche per scelta di mercato, non esiste un’alternativa nella rosa di Stramaccioni. Dicono ci sia dietro la regia di Zanetti, suo grandissimo amico,nessun acquisto importante in attacco per non mettere pressione al Principe, e allora via Balotelli, Pandev, Eto’o, Destro, Longo in Spagna. L’Inter si sta guardando in giro, il Principe è un ’79 che alla viglia di un derby disse: «Preferisco giocare un po’ con mio figlio piuttosto che fare un gol al Milan». Poi la domenica ne fece tre nel derby, 6 maggio 2012.
© RIPRODUZIONE RISERVATA