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ilGiornale – Rolando palo della luce, Ranocchia eterno secondo. Inter beffata…

Francesco Parrone

L’epoca Thohir all’Inter comincia con un miracolo: dopo 19 anni (e 9 sconfitte) il Torino si guadagna un punto contro i nerazzurri. La punizione finale di Bellomo mette la firma sul 3-3 e sul suo primo gol in serie A. E forse toglie...

L’epoca Thohir all’Inter comincia con un miracolo: dopo 19 anni (e 9 sconfitte) il Torino si guadagna un punto contro i nerazzurri. La punizione finale di Bellomo mette la firma sul 3-3 e sul suo primo gol in serie A. E forse toglie all’Inter un pizzico di merito: ha giocato in dieci per quasi 90 minuti, ha recuperato due volte lo svantaggio eppoi provato il sorpasso. Il pari finale è una beffetta. Risultato da scapoli contro ammogliati, partita da mandare tutti in manicomio dal primo all’ultimo minuto: errori e sorprese, gol e sbadataggini.

Tutto quanto non fa buon calcio. Sebbeni gol siano stati spettacolari, gioco e fantasie di Guarin e Cerci, Palacio e Farnerud abbiamo lasciato il segno. Il primo tempo è stato un festival di indecenze calcistiche presentato dal Torino e la solita ripetitiva dimostrazione delle debolezze interiste. L’inizio della ripresa pure. In cinque minuti il Toro ha rischiato di vincere la partita, in 45 l’ha rimessa in gioco. Poi ha rischiato di vincerla ancora e in due minuti si è smentito. Finchè Palacio non l’ha matato da grande mattatore e Bellomo lo ha salvato. Primi cinque minuti di Inter alla camomilla e Mazzarri disperato a gridare: «Svegliatevi!».

Ma forse per quella difesa così mollacciona sul fianco destro ci vorrebbe ben più di un «svegliatevi!». Servono buoni giocatori: Rolando è sempre un palo della luce e Ranocchia un eterno secondo (nell’arrivare sulla palla). La fascia presidiata da Rolando-Jonatahn e Guarin deve essere sembrato un albero della cuccagna allo svedese Farnerud che, dopo 20 minuti, ha lasciato partite il sinistro che vale il suo primo gol in Italia. Giustizia del pallone ha parlato chiaro: svedese scatenato, difesa interista incatenata, non poteva finire in altromodo. Aggiungete l’apporto di Barreto che, con Cerci, è andato ad infilare coltelli nelle carni molli nerazzurre. Talvolta invasato nel correre, quasi una pallina da flipper nello sbattere e rimbalzare tra difensori e fascia, Cerci ragazzo fantasia del Toro ha messo la tremarella agli interisti. E così il Torino, che pur aveva una difesa raccogliticcia (con Vives inedito centrale difensivo) sommata a tanti assenti, si è trovato a guizzare fra maglie bianche. 

Cerci al tiro e...il primo finito sul palo dopo due minuti, il secondo mai effettuato perl’intervento in uscita di Handanovic. Azione da rigore ed espulsione: molto rigida, il portiere puntava sulla palla. Tanto che Mazzarri, alla fine, non si è presentato alle interviste per protestare contro la decisione. Quattro minuti e per l’Inter sarebbe stato un bel disastro se Carrizo, appena entrato, non fosse guizzato a parare il rigore di quel Cerci così diverso sul dischetto: impaurito nel tirare tanto da far intuire tutto al portiere.

Ma da quel momento Inter in dieci (fuori Kovacic, mossa banale e nemmeno sottoscrivibile) e Toro esaltato, la sfida ha preso un assetto più equilibrato. Guarin ha elevato il tono nerazzurro con percussioni che gli altri non hanno sfruttato. D’Ambrosio ha avuto l’occasione di un tiro gol, parato. L’Inter ha trovato modo di farsi avanti, ma il povero Palacio si deve essere sentito molto solo fino al minuto numero 10 della ripresa quando, toccando la prima palla, ha segnato il gol del 2-2 e da quel momento ha incorniciato la sua sfida persona le con la difesa granata. Nell’attesa i tifosi interisti non hanno trovato di meglio che intonare cori contro Napoli ed altra mezza Italia (vedremo se tutti li avranno sentiti ....) finchè una meravigliosa rovesciata di Guarin, lasciato libero dalla sprovveduta difesa e da un’uscita maldestra di Padelli, ha riportato il pari (1-1) anche nel risultato.

Poi quell’immediato botta e risposta della ripresa: Immobile (subentrato a Farnerud) sbaglia un gol e subito rimedia con una splendida conclusione per il 2-1. Guarin ci riprova in area, Padelli sbaglia nuovamente l’uscita e Palacio ne approfitta. Globalmente più bello il Toro nel gioco,ma anche tanto sprecone. Non è una novità. L’Inter ha saputo andare due volte al recupero, senza cercare bontà calcistiche ma aggrappandosi ad una organizzazione migliorata con i minuti e sfruttando le ingenuità avversarie. Valga il terzo gol, quando Belfodil ha innestato la marcia in più per guizzare via e, in mezzo a quattro uomini, Palacio ha infilato il piede e la sua abilità calcistica per il tocchetto che avrà fatto crollare il palazzo di sogni torinisti. Santificato il Palacio (finora 5 gol) nerazzurro. Ma poi il piede di Bellomo...