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Non perde nessuno, ma perdono in due. La Roma vede sempre più lontana la Juve ed ora dovrà soltanto guardarsi alle spalle. La Juve dovrà soltanto tener la rotta. L’Inter conferma di essere uscita da uno stato di crisi, ma non acchiappa niente più che un pareggio. Squadra più solida in trasferta, la Roma vinceva da 8 partite di fila, ed è imbattibile in casa da 17 match. L’ultimo pareggio toccò al Cagliari in novembre. Vista la differenza di classifica, il 3-0 subito all’andata, c’è da stare allegri, penseranno i tifosi interisti. Un po’ meno quelli romanisti. Partita che ha galleggiato tra il vedo non vedo. Inter ancora senza rigori e stavolta si lamenta Icardi. Nessun gol, ma tanti piccoli dubbi in area. Poco pubblico ma calcio dignitoso, alla faccia di tanti piagnucolamenti e della pioggia insistente. Tifosi interisti «In silenzio per solidarietà, Figc buffoni», così diceva lo striscione esposto all' Olimpico per protestare contro la chiusura delle curve e dei distinti Sud romanisti per discriminazione territoriale. La partita ha ugualmente visssuto attimi intensi e divertenti. Inter più convinta e convincente nel primo tempo, Roma un po’ frammentaria, quasi episodica anche nel gioco in velocità che, nei primi 10’, ha prodotto tre situazioni imbarazzanti per la difesa interista, ma niente più. Ljajic e Gervinho ci hanno provato mettendo in ansia Handanovic, ma sono stati colpi di spolverino.
Inter più decisa nel giocare a centrocampo dove c’era Alvarez e non Hernanes, Cambiasso e non Kuzmanovic, salvo sciogliersi davanti all’area dove Icardi si è mangiato una palla gol per una tenutina di Benatia che poteva indurre al rigore. Aree di rigore ad alto rischio di incroci pericolosi: De Rossi è stato pizzicato dalle telecamere (rischio prova tv) per un pugnetto tirato in mischia al centravanti argentino, Destro si è visto annullare un gol per un fuorigioco visto con autentico occhio di lince dal guardalinee. Ci poteva stare, nella stessa azione, anche una manovra scorretta di Jonathan su Nainggolan. Destro è finito giù in area per colpa di Samuel. Infine nel finale della ripresa un colpo proibito di Juan Jesus su Romagnoli non è stato visto dall’arbitro. Di tutto un po’, comprese le moine di Mazzarri che si è visto messo sottomira da Bergonzi e sottostress dalla sua squadra che ha giocato tanto e raccolto poco: la miglior occasione con Palacio, dopo 19 minuti, quando un cross di Alvarez lo ha pescato in solitudine in mezzo all’area, colpo di testa malamente indirizzato. Primo tempo giocato dall’Inter con volontà e gagliardia, meglio la manovra sulla parte destra rispetto a quell’altra, difesa talvolta affannata appena la Roma accelerava. Ma la squadra di Garcia sembrava quella ingenua e imperfetta delle partite peggiori, incapace di trovare la chiave del gioco in attacco per mettere in seria difficoltà i nerazzurri.
Mancavano un pizzico di fantasia e il gioco ubriacante di Gervinho che, nella ripresa, si è mangiato due occasioni: Rolando lo anticipa nella seconda con un grande intervento. Eppure quando si è trattato di cambiare, Garcia ha richiamato subito Ljajic, che anche all’inizio del secondo tempo ha provato a mettere in difficoltà Handanovic. Dentro Pjanic e la Roma ha ritrovato miglior personalità e gioco più deciso e decisivo. L’Inter se n’è stata un po’ mollacciona rispetto al primo tempo, meno solida nel gioco e meno sostanziosa sul piano fisico. Mazzarri ha provato a cercare qualità con Hernanes, ma poi è stato Handanovic a salvare la squadra da una conclusione da capelli ritti di Pjanic. Il ritmo della Roma si è fatto asfissiante per l’Inter, Icardi ha finito le riserve dopo 20 minuti della ripresa e non ci ha preso più sullo scatto. Botta, subentrato all’argentino, ha cominciato a frullare qualche pallone impertinente. La Roma ha giocato meglio il suo finale, ma ne ha cavato poco. L’Inter si è aggrappata perfino a Zanetti nel finale e, anche ieri sera, ha dato sensazione di una miglior solidità difensiva. Ma la classifica è sempre più un piano inclinato.
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