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ilGiornale – Sabella soffia Icardi a Prandelli: “E io mi sento argentino”

Francesco Parrone

Italia addio. Mauro Icardi risponderà presente alla chiamata del ct dell’Argentina Sabella, rinunciando per sempre allamaglia azzurra. La convocazione nell’Albiceleste per il doppio confronto di qualificazione ai Mondiali 2014 con...

Italia addio. Mauro Icardi risponderà presente alla chiamata del ct dell'Argentina Sabella, rinunciando per sempre allamaglia azzurra. La convocazione nell'Albiceleste per il doppio confronto di qualificazione ai Mondiali 2014 con Perù e Uruguay (l'Argentina è già qualificata) è maturata ieri grazie all'infortunio di Leo Messi, nativo di Rosario come l'interista e suo mentore ai tempi del Barcellona. Icardi è argentino di nascita, ma la famigliaha origini piemontesi e cittadinanza spagnola, così Cesare Prandelli già in passato aveva accarezzato l'idea di poterlo utilizzare.

Nello scorso gennaio il ct aveva addirittura ammesso contatti con Maurito, esploso in Italia con la Sampdoria, ma che con l'ArgentinaUnder 20 aveva già giocato e segnato. Sabella ha bruciato tutti sul tempo, approfittando del guaio muscolare di Messi e "scippando" così il talentuoso centravanti al Belpaese e pure alla Spagna. La conferma che Icardi ha già scelto l'Argentina arriva indirettamente dall'Inter. I nerazzurri, infatti, si sarebbero potuti opporre alla convocazione del proprio giocatore, perché avvenuta fuori tempo massimo. Secondo quanto scritto dal quotidiano argentino La Nacion, però, Javier Zanetti in persona avrebbe convinto i dirigenti a lasciar partire l'attaccante per il ritiro dell'Albiceleste, segno che la volontà del ragazzo è quella di giocare per il suo paese natio.

E non ci saranno marce indietro. Le regole internazionali non permettono più a un calciatore di passare da una nazionale all'altra, come in passato era capitato a campioni come Altafini e Sivori, arrivati in azzurro dopo aver vestito le maglie di Brasile e proprio Argentina. Così la scelta di Icardi è gioco forza definitiva. La speranza dell'Italia era legata soprattutto alla storia di Maurito, che già da bambino aveva lasciato la sua Rosario per approdare in Europa con la famiglia. Ma forse è giusto così: «Italia? Non si sa mai, ma io mi sento argentino», andava dicendo Icardi a microfoni spenti lo scorso luglio. D'ora in poi lo sarà anche in campo.